
Tentano di mettere il bavaglio alla rete 3
Ci risiamo ancora una volta.
Questa volta è l’Agcom, l’autorità per le garanzie delle telecomunicazioni, che tramite delibera vuole far proprio il potere di decidere se rimuovere contenuti della rete e oscurare anche interi siti, se li ritiene lesivi del diritto d’autore, entro 72 ore da una semplice segnalazione. Senza vaglio della magistratura. Una cosa che non esiste in nessun altro paese del mondo.
Com’è possibile?
Nel 2010 l‘Agcom è stata investita dal decreto Romani sull’audiovisivo del potere di agire contro la pirateria a tutela del diritto d’autore. Per questo quest’anno ha emanato una delibera con cui di fatto si attribuisce poteri giudiziari, cioè il diritto di decidere se un contenuto viola la legge sul diritto d’autore, ma senza tenere in considerazione altri diritti del cittadino, come quello all’informazione.
Con quali competenze, poi?
I vertici dell’Agcom sono nominati dalla politica, non sono giudici, né esperti della rete. Come possono decidere obiettivamente e nel poco tempo definito dalla delibera la censura di contenuti o siti? Tra l’altro l’organismo di garanzia ha più volte dimostrato di non essere indipendente nelle sue posizioni e punti di vista, ma più attento agli interessi delle televisioni, degli imprenditori e della politica.
Sono anni che la politica tenta in un modo o nell’altro di limitare la circolazione delle informazioni in rete e la libertà di parola. Con la scusa del diritto d’autore, l’obiettivo è ancora una volta la censura e il controllo dell’informazione libera.E chi controlla l’informazione controlla le persone che la ricevono, specialmente se non hanno alternative con cui verificarla.
Come ho già ripetuto molte volte, i media allineati sono di solito di proprietà o nelle mani di gruppi di potere, quali banche, governi, partiti, industriali, lobby, eccetera. E quest’ultimi non comprano un media per beneficenza, ma con un interesse preciso: influenzare l’informazione. Di fatto i proprietari o i gruppi di potere decidono, dettano o nel migliore dei casi influenzano le politiche editoriali, le priorità degli argomenti e le censure.
Cosa possiamo fare?
In primo luogo facciamo circolare la notizia, poi possiamo sostenere la petizione citata nell’intervista di Claudio Messora all’avvocato Sarzana, sostenuta da Altroconsumo, Articolo 21, Adiconsum, Assoprovider e altre associazioni e individui. Qui puoi trovare il sito della pezione, qui la pagina degli aderenti. Qui puoi trovare il post di Byoblu in cui è stata pubblicata l’intervista, qui e qui puoi trovare due interessanti articoli sulla delibera. Qui puoi trovare il testo della delibera.
Informati e fai la tua scelta. Vuoi restare a guardare mentre cercano di censurare l’informazione in rete?
A presto ;D
[…] Ma c’è altro. Ricordi quello che abbiamo scoperto nel post “Tentano di mettere il bavaglio alla rete 3”? […]