
STATUS QUO
Cos’è lo “Status quo?”
E’ un termine che sentiamo spesso dai media, dai politici, dai letterati e da chi parla e scrive di politica.
Ma da dove nasce e cosa significa?
“Status quo” o “Statu quo” è un’espressione che proviene dal latino “statu quo ante”, che significa più o meno “nella situazione precedente”, ridotta e adattata alla lingua italiana nella forma appunto di “status quo”. In realtà nel latino antico non se ne trova traccia, ma compare nella letteratura del 1800 come espressione ironica nell’ambito della politica e della diplomazia.
Normalmente si utilizza questa espressione per indicare uno stato di equilibrio tra forze politiche o sociali. Con mantenimento dello status quo si intende un duraturo stato di equilibrio. In politica il termine viene usato per indicare una situazione di immobilismo determinata da convenienze di compromesso tra le parti.
In Italia, status quo assume significati particolari: nel nostro paese il senso dello stato e della giustizia sono meno “sentiti” rispetto all’abitudine al diritto acquisito e al privilegio, alle consorterie e alla logica del compromesso e della spartizione, inoltre i principi di merito, di equità e di uguaglianza sono assenti o tanto trascurati e disattesi che si considera di solito più intollerabile togliere qualcosa a chi ne gode piuttosto che prioritario dare qualcosa a chi non ce l’ha.
Senza voler pescare negli innumerevoli soprusi, illeciti o abusi da parte di certe classi sociali, possiamo per esempio osservare come sono strutturate le pensioni e gli ammortizzatori sociali: di fatto i vecchi vengono privilegiati rispetto ai giovani, certe classi sociali rispetto ad altre, gli uomini rispetto alle donne e così via, e alla fine sono poche le obiezioni di fronte a privilegi ingiusti e immotivati anche da chi ne paga il conto.
In Italia il mantenimento dello status quo, cioè dei privilegi, è il desiderio conscio o inconscio della maggior parte dei cittadini, e certamente della parte più influente e potente. Di conseguenza è anche il modo con cui viene gestito il potere e la politica nel nostro paese, un paese medioevale fatto di lobby, consorterie, partiti, parrocchie, associazioni, correnti, sindacati, cooperative, famiglie, mafie e tifoserie, sostanzialmente un paese diviso, un’oligarchia più che una democrazia, dove la sovranità che dovrebbe essere dei cittadini è in realtà confiscata da élite in competizione, da minoranze dedite a garantire i propri privilegi e a espanderli, mentre la maggioranza dei cittadini spende la propria vita per migliorare il proprio stato economico e sociale e per garantire altrettanto ai propri figli.
Così quando conquistiamo un poco di benessere, facciamo di tutto per mantenerlo, perché in fondo è meglio un uovo oggi. La maggior parte degli italiani e degli elettori vuole sicurezze, certezze, vuole conferme della situazione presente e dei privilegi, ecco perché in Italia si cambia tutto per non cambiare niente, per soddisfare il desiderio che tutto rimanga com’è sempre stato.
In realtà il mondo cambia ogni giorno e quando nuovi poteri dall’estero si affacciano alla nostra Italia, quando altre classi dirigenti vogliono demolire lo stato e appropriarsi del potere, della sovranità e dei privilegi, allora trovano gioco facile in questo nostro paese medioevale e diviso. Ed è quello che sta accadendo, ora, adesso: le classi dirigenti “europee” hanno infiltrato e ingannato le vecchie classi dirigenti italiane e hanno cambiato gli “equilibri” e lo status quo, facendo di tutto per far credere che tutto rimane com’è sempre stato mentre tutto in realtà cambia.
Quello che sta succedendo lo abbiamo già valutato insieme, per esempio nel post “L’Europa e la crisi”, “L’euro non è irreversibile” o “Il vero scopo dell’euro”. Il punto è che la nostra classe dirigente non sembra avere la capacità o volere cambiare il declino verso cui ha diretto il nostro paese. E la stessa cosa vale per gli industriali, i grandi imprenditori, la chiesa, le banche, la vecchia “nobiltà” fondiaria e tutti i grandi poteri che fanno la politica in Italia. Poco importa che siano collusi, ricattati, corrotti o incapaci, il risultato non cambia, per il paese e per noi cittadini.
Cosa si può fare? Chi può intervenire per cambiare il futuro che altri hanno scelto per noi?
Noi stessi. Chi altri?
A presto ;D
[…] che detengono il potere e chi li sostiene cercando di mantenere lo status quo. Cioè di mantenere inalterati la struttura di controllo socioeconomica e la distribuzione dei […]