
Sovranità perduta o rubata?
Non sono solito pubblicare o “ribattere” post altrui, perché penso che ognuno debba dare un contributo originale, ma ogni tanto faccio un’eccezione per post notevoli, come quello linkato qui sotto. E’ un post di Claudio Messora, uscito sul suo blog, Byoblu, qualche giorno fa e penso valga la pena leggerlo per la prospettiva che offre. Si basa sull’ammissione di Draghi che non c’è un problema di perdita di sovranità degli stati della comunità europea, in quanto quelli con problemi economici l’hanno già persa la sovranità.
E’ necessario commentare?
No, vero?
Buona lettura…
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Draghi: la sovranità? L’avete già persa
Dunque siamo d’accordo, herr Draghi, lei lo sa come lo sapevamo noi. L’ha sempre saputo. Come lo sapevano Giorgio Napolitano, Mario Monti e chiunque abbia fatto in modo che non vi fossero libere elezioni in Italia, nel 2011, ma che vi fosse un Governo di banchieri per fare in modo che si accettassero senza colpo ferire le condizioni della resa. Quelle contenute nella famosa lettera della BCE in quell’agosto prima del Grande Spread. E per fare sì che noi non si potesse più cambiare idea, ci avete blindati in un contratto di svendita totale che avete chiamato MES, perché chiamarlo “sovranità in saldo” o “democrazia in liquidazione” pareva troppo anche a voi.
Lo sapevate, che la sovranità l’avevamo persa, perché il vostro progetto era proprio quello. Ridisegnare geografie e ridefinire popoli e culture perché si adeguassero alla vostra visione neoliberista di una società liquida, priva di ostacoli valoriali, priva di rigidi diritti e anacronistiche tutele, un mondo perfetto per smantellare le conquiste che la classe proletaria aveva trasferito a tutti, con il suo coraggio, con i suoi morti bruciati nelle fabbriche, con i suoi martiri ed i suoi eroi. Un nuovo mondo fatto di serbatoi di manodopera a basso costo e basato sul vostro modello ideale, quello che arriva da lontano, perché far costruire gli iPhone ai bambini cinesi, o i palloni ai bambini pakistani, o le scarpe da calcio ai bambini cambogiani non era sufficiente. Cosa dovranno fare quelli italiani, adesso che da settima potenza industriale ci avete trasformato nella periferia del mondo?
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