Sarà un anno cruento

Sarà un anno cruento

22 Gennaio 2017 1 Di Pier

Trump è il 45° presidente Usa, nonostante l’opposizione della maggioranza dell’establishment occidentale e dei media da loro controllati, e il suo discorso di insediamento, straordinario per i nostri tempi, è stata una conferma, all’elettorato Usa e ai nuovi alleati, e una sfida. Sì, proprio una sfida, a quell’ordine mondiale che sta divorando la società, gli stati e le democrazie occidentali, il futuro dei nostri figli e il pianeta stesso.

Eppure Trump non è uno sconosciuto intellettuale, un rappresentante della borghesia o del proletariato, ma è a sua volta un rappresentante dell’establishment, di una parte diversa senza dubbio, che vede il mondo e il futuro in modo diverso.

Potrei citare le opinioni di eminenti osservatori e intellettuali, ma basta semplicemente chiedersi: si è mai visto prima un candidato alla presidenza degli Usa che non sia stato espressione delle élite americane? No, mai. Perfino i Kennedy erano figli delle elite. I due candidati dei due partiti di maggioranza sono sempre stati scelti e sostenuto dai due partiti Usa e quindi dell’establishment.

Non bisogna avere dubbi che Trump sia stato approvato e sostenuto da una parte dei potenti degli Usa. Non dai produttori di armi e dall’esercito, non dai petrolieri e dalla finanza americana, ma da altri che di fronte alla sequenza di guerre e al declino economico dell’occidente hanno deciso diversamente.

Ma io non esulterei, non gioirei.

Perché?

Ecco qualche argomento su cui riflettere:

Guerra nell’establishment del mondo occidentale

Trump è la dimostrazione che le élite sono divise in correnti e non sono infallibili. I neoliberisti, neoconservatori, globalisti, imperialisti, guerrafondai, terroristi, cioè quelli che fino a oggi hanno deciso come doveva andare il mondo, ora sembrano aver perso il controllo della più grande potenza militare ed economica del pianeta. Ora è più difficile imporre la loro agenda. Ma non vogliono desistere dai loro scopi.

Quindi é prevedibile che lo scontro nell’establishment crescerà in intensità e ferocia, con ripercussioni imprevedibili. Personalmente mi chiedo se Trump supererà l’anno, non perché penso verrà eliminato fisicamente, quanto politicamente, e mi chiedo anche quale saranno le conseguenze. I gruppi di interesse che sostengono i neoliberisti neocon sono ancora al potere e sono radicati. Per esempio i servizi segreti sono ancora sotto il controllo dei neoliberisti e negli ultimi mesi hanno tentato in più modi di colpire l’immagine del presidente. I media allineati sono nelle mani dei neoliberisti e, dopo aver distrutto la propria credibilità durante la campagna elettorale, non cessano di manipolare informazioni e consenso contro il neoeletto presidente.

Trump si prenderà cura degli interessi degli Usa

Trump ha promesso molto, vedremo cosa riuscirà a fare realmente, cosa potrà fare, ma una cosa è certa: ha parlato agli Usa e alleati degli Usa, si prenderà cura dell’economia e del popolo americano, non dell’Italia.

Anzi l’Unione Europea è un problema per lui, in quanto la Germania la utilizza come proprio strumento economico. Ne usa la moneta, svalutata per la sua economia, per esportare più facilmente i propri beni, scaricando il costo della svalutazione sulle altre economie europee soprattutto su quelle del sud e soprattutto sull’Italia, il suo ex-competitore diventato un salvadanaio da cui attingere.

Non a caso il 2016 è terminato con una Germania economicamente florida, mentre l’Italia è in deflazione. Non a caso l’Italia demolisce la propria economia per rispettare le regole comunitarie mentre gli altri stati non lo fanno, Germania e Francia per primis.  Non a caso l’Italia versa più di quello che riceve, fa pagare ai propri cittadini i costi delle speculazioni bancarie e societarie e via dicendo.

Questo accade a causa di una classe politica italiana corrotta e collusa che fa gli interessi degli altri paesi e non dell’Italia.

La guerra commerciale tra Usa e Germania

Gli Usa sono grandi importatori, la Germania un grande esportatore. La Germania ha ottenuto la svalutazione dell’euro per poter esportare più facilmente al di fuori dell’Europa, diventando il più grande esportatore al mondo. Gli Usa hanno il dollaro che ancora oggi è la moneta di riferimento per gli scambi esteri e finora hanno permesso che Cina e Germania svalutassero le loro monete rendendo così più concorrenziali i loro prodotti rispetto a quelli prodotti negli USA. Questo ha concorso alla demolizione del sistema produttivo e quindi dell’economia Usa, che non va bene come ci raccontano.

Se Trump vuole sistemare l’economia Usa farà sicuramente una guerra commerciale contro la Germania, per esempio imponendo dazi e costringendo le aziende a produrre negli Usa. Considerata la forza degli Usa e del dollaro, la Germania non potrà che soccombere. Ma in quanto tempo? Una guerra richiede impegno, risorse e unità. Non è detto che Trump riesca a sostenere il carico di un conflitto interno ed esterno allo stesso tempo.

L’economia Usa non va bene

Nonostante per tutta la campagna elettorale media e autorità abbiano raccontato che l’economia Usa va alla grande, la realtà è molto diversa. Obama ha lasciato una nazione sulla soglia della recessione, con una crisi immobiliare incombente e il tessuto produttivo in difficoltà.

Trump dovrà trovare soluzioni efficaci in tempi brevi, ma allo stesso tempo dovrà gestire un conflitto interno e uno esterno. E’ probabile che sarà costretto a fare politiche monetarie in contraddizione con quanto promesso, anche nel breve periodo, con conseguenze non prevedibili.

La guerra mediatica che dovremo subire

Infine c’è la questione dei media, raccolti nelle mani di pochi gruppi e individui che sostengono i neoliberisti e i neocon, che lo hanno fatto per tutta la campagna elettorale, dopo le elezioni e lo stanno facendo ancora adesso. Di fatto Trump si trova come nemici i media americani e del mondo occidentale. Finora è riuscito a ribattere ad aggressioni e falsità e a tutto il mondo è persa evidente la scarsa credibilità e la malafede della maggior parte dei giornali e de canali televisivi, ma se non trova un modo per liberarli dal controllo dei suoi nemici, i prossimi anni saranno per lui tutti in salita.

I cittadini americani sembrano si siano svegliati, non hanno fiducia nei media, ma il web non offre canali affidabili e autorevoli da controbattere ai media allineati. E i social sono sotto il controllo delle autorità Usa e delle élite. Continuerà a rivolgersi direttamente al popolo Usa e al mondo tramite twitter? Senza intermediari? Questo è un altro punto critico che dovrà saper gestire per non soccombere.

Quindi?

Quindi il 2017 sarà un anno interessante, un anno di conflitti, anche se questa volta non è detto siano militari, ma comunque sarà un anno cruento.

E non lo sarà solo per Trump e gli Usa, ma anche per noi cittadini italiani, che affronteremo povertà, crisi e le forche caudine della troika che i nostri politici cercheranno di invocare prima delle prossime elezioni. Perché l’Europa non finirà quest’anno, a meno che i colpi di scena non siano tanti e tali da far arretrare la peggiore sociopatica classe politica che si sia mai vista sul pianeta negli ultimi 50 anni. Lo scopriremo insieme.

“Che tu possa vivere in tempi interessanti” dicono i cinesi. Ebbene questi lo sono.

A presto ;D