Requiem per l’euro?

Requiem per l’euro?

18 Aprile 2017 0 Di Pier

L’euro è destinato a scomparire, lo prevede l’economia per le unioni monetarie di questo tipo, lo insegna la storia, lo pensano la maggior parte dei grandi investitori.

In primo luogo tutti noi dovremmo capire perché è stata fatta l’Unione Europea. Perché i parlamenti dei paesi fondatori hanno approvato la formazione di unione monetaria chiusa senza prevederne le conseguenze? Chi l’ha voluta? A quale scopo è stata fatta?

L’UE è stata voluta dagli Usa per i loro scopi e il loro vantaggio. È un fatto storico e si trova un bel po’ di letteratura a proposito. L’UE è stata voluta dalle classi dirigenti internazionali per avere vantaggi economici concreti a discapito delle classi subalterne. Dopotutto l’UE permette la libera circolazione dei capitali e l’euro è uno strumento per schiacciare salari, per demolire il welfare e acquistare a basse costo beni pubblici e aziende private dei paesi “meno competitivi”, cioè più preparati all’inevitabile competizione che l’UE ha creato tra gli stati che ne fanno parte. L’UE è stata voluta dalle classi dirigenti nazionali per poter fare guerra di classe e profitto sulle spalle delle altre classi sociali. Ed è stata voluta dalle multinazionali, banche, grandi aziende e via dicendo per i vantaggi che questo portava sia per gli investimenti che per avere denaro a basso costo.

Sapevano cosa stavano facendo e cosa sarebbe successo?

Sì. Punto.

L’euro può continuare a esistere?

No, come detto all’inizio, un’unione monetaria così disomogenea è destinata inevitabilmente a crollare, vuoi perché non può evitare di avvitarsi in una deflazione senza uscita, vuoi perché a seguito delle politiche recessive il conflitto tra gli stati e all’interno delle società dei singoli stati non può evitare di scoppiare.

Detto questo dovremmo chiederci come chiudere questo disgraziato progetto che assume sempre più i contorni di una tragedia. Perché i burocrati al comando e i governi degli stati non sono affatto intenzionati a chiudere questo strumento di oppressione dei popoli.

Se non c’è una volontà politica da parte di un’autorità con sufficiente sovranità, allora dovremo attendere anni prima di vedere la parola fine all’UE e all’euro. Nel frattempo i più indifesi dovranno pagare per questa guerra di classe che i più ricchi hanno deciso di fare al resto dei loro concittadini.

Comunque vadano le elezioni francesi, o quelle dei prossimi anni, finché uno stato abbastanza potente non dichiara di averne abbastanza, dovremo godere dei benefici di questa UE e dell’euro troppo forte per l’Italia. L’UE non finirà quest’anno, né il prossimo, il 2018. Se ci va molto bene, sarà nel 2019, ma più probabilmente sarà dopo il 2020. A meno di eventi geopolitici rilevanti.

Andando oltre l’approssimazione di questa mia sintesi, vi invito ad ascoltare l’intervento di Bagnai tenuto in marzo a Casale Alba 2.

Alberto Bagnai è economista e docente di politica economica all’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara, è ricercatore associato al Centre de Recherche en Economie Appliquée à la Mondialisation (CREAM) dell’Università di Rouen e pubblica su riviste nazionali e internazionali di economia. Nel 2011 ha aperto Goofynomics, il blog di divulgazione su economia ed euro più seguito in Italia. Nel 2012 ha pubblicato il “Tramonto dell’euro”, vincitore del Premio Canova di Letteratura economica e finanziaria, poi ha pubblicato “L’Italia può farcela”. Qui trovi la sua pagina web, qui il suo blog Goofynomics e qui trovi il blog su il Fatto quotidiano.

Come sempre ti invito ad ascoltare con senso critico quanto viene detto e ti invito a verificare le informazioni presso fonti di informazioni affidabili. Usa la tua testa, non regalare la tua fiducia.

Buona visione e a presto ;D