
Manipolare l’informazione: il priming
Come abbiamo ripetuto spesso l’informazione è fondamentale per la nostra esistenza, determina la nostra visione della realtà e di conseguenza determina le nostre scelte e i nostri comportamenti. Fin da bambini impariamo che un modo efficace per influenzare le scelte altrui a nostro vantaggio è quello di manipolare l’informazione tramite la comunicazione. Da piccoli mentiamo ai genitori per evitare una punizione o per ottenere qualcosa che desideriamo, da grandi si manipola l’informazione per ottenere vantaggi personali. Quando si è in grado di influenzare il prossimo attraverso grandi ricchezze, allora si usano i massmedia per influenzare i popoli a vantaggio dei nostri interessi e si pagano esperti per farlo.
Nel post “Orientarsi in un mare di menzogne” abbiamo visto come noi esseri umani vediamo il mondo attraverso i sensi. Non possiamo conoscere quello che accade oltre i limiti dei nostri sensi, se non grazie a strumenti che li ampliano (es: telecamere, registrazioni, ecc) o qualcun altro che ce lo racconta: come i testimoni diretti di quello che accade, oppure un tramite che riporta il loro racconto. I media sono il tramite che ci permette di conoscere quello che accade. L’informazione dei media ci permette di conoscere il mondo e gli eventi e di agire di conseguenza, di scegliere cosa fare e come farlo.
Nel post “Cosa sono i media” abbiamo visto che il ruolo dei media di massa dovrebbe essere quello di informare le persone sui fatti in modo da permettere loro di comprendere la realtà e vederla per quella che è, in quanto le nostre scelte e quindi le nostre azioni dipendono dalla nostra visione della realtà.
I media comunicano informazioni che influenzano la nostra visione della realtà e che quindi influenzano le nostre decisioni. Per questo sono inevitabilmente oggetto di interesse da parte di chi vuole manipolare le persone. Controllando i media e l’informazione che diffondono, si influenza e manipolano lettori e spettatori e si influenzano i loro comportamenti. Arrivando in questo modo anche a indurre le persone a prendere decisioni contrarie al loro interesse, ma favorevoli agli interessi di chi i media li controlla.
Nel post “L’informazione e il potere” abbiamo visto come chi può accedere all’informazione ha la possibilità di agire, sa cosa e come fare le cose, sa perché, può prevedere gli eventi e i risultati delle proprie scelte e può avvantaggiarsi con esse. Inoltre chi può accedere prima all’informazione ha la possibilità di agire prima, sa cosa accade o accadrà prima degli altri, quindi può avvantaggiarsene prima degli altri.
Cosa succede se ricevi informazioni false, sbagliate o imprecise? Se le consideri come vere e affidabili, se prendi decisioni basandoti su di esse? Queste saranno poco efficaci o sbagliate per te, mentre saranno vantaggiose per altri.
Tutti “arrotondiamo” la realtà, minimizziamo, smorziamo o adattiamo i fatti, con noi stessi e con gli altri. Lo facciamo perché abbiamo imparato che è un modo efficace per trarre vantaggi dagli altri, per far apparire migliori le situazioni e noi stessi. Nel mondo degli adulti manipolare l’informazione e gli altri è la norma, tutti lo facciamo, ma in piccolo, facendo attenzione a non perdere troppa credibilità. Credibile è colui a cui possiamo credere, perché non mente.
Proprio perché conosciamo l’efficacia delle menzogne e della manipolazione dell’informazione, per convivere con gli altri chiediamo di non farlo. Altrimenti li escludiamo socialmente.
Nel post “I media sono strumenti di propaganda” abbiamo esaminato come negli ultimi anni i media occidentali hanno rivelato al mondo di essere niente altro che strumenti di propaganda per gli interessi e gli obiettivi di coloro che li possiedono.
Nel post “Il problema sono i media” abbiamo visto come alterando l’informazione il media altera il quadro interpretativo della realtà delle persone e le spinge a prendere decisioni sbagliate per loro stessi, a vantaggio del mandante della manipolazione. Se a questo aggiungiamo anche la manipolazione del significato del linguaggio e la manipolazione della psicologia e della sociologia umana, l’efficacia della manipolazione dell’informazione diventa tale che se gli individui non sono preparati e consapevoli, i media possono cambiarne le convinzioni, il comportamento, il passato, il linguaggio e il pensiero.
E siamo arrivati all’argomento di oggi:
Come i media manipolano la comunicazione e quindi l’informazione?
La menzogna nelle sue varie forme è riconoscibile ed è solo una questione di tempo prima che accada e il media ne paghi il prezzo in credibilità. La menzogna in quanto tale è utilizzata raramente per la manipolazione dell’informazione. I media usano strumenti più sofisticati e meno percepibili dagli utenti, o dalla maggior parte di essi, più legati ai meccanismi della comunicazione (es: limiti del mezzo, linguaggio, ecc) e al funzionamento della mente degli esseri umani.
Abbiamo citato più volte tecniche come: l’agenda-setting, cioè la scelta delle notizie salienti dei media, il framing, cioè il modo in cui le notizie vengono contestualizzate per favorire certe interpretazioni piuttosto che altre, e il priming, cioè la frequenza di ripetizione di una notizia.
Ne abbiamo accennato nei post sopracitati e in altri come “Manipolazione del consenso”, “Tecniche di manipolazione dell’informazione” e “Manipolazione dell’informazione”. Con questo e altri post dedicati cerchiamo di approfondire l’argomento e le singole tecniche. Stasera parliamo di priming, una delle più potenti e abusate tecniche di persuasione e manipolazione dell’informazione.
Cos’è il Priming?
Il priming, o innesco, è uno strumento della nostra memoria, un sistema inconscio che permette di riconoscere successivamente, in modo rapido e senza averne consapevolezza, uno stimolo sensoriale al quale si è stati esposti una prima volta. Questa proprietà della memoria degli esseri umani provoca notevoli effetti sull’interpretazione e la valutazione dell’informazione.
In termini neurologici il priming consiste nella formazione di connessioni tra gruppi di neuroni a seguito di un primo stimolo e nella loro attivazione prioritaria alla percezione di uno stimolo analogo.
Il priming richiama l’attenzione su alcuni argomenti e di conseguenza spinge a ignorarne altri. I mass media lo sfruttano per scopi politici e commerciali, per fissare nella memoria delle persone certe notizie e le sensazioni associate e richiamarle ogni qualvolta si ripresenta lo stimolo. Le notizie e i temi più rilanciati dai media, soprattutto i più emotivi, sono quelle che vengono più facilmente richiamati alla memoria dalle persone e che quindi hanno un maggiore impatto sui giudizi che queste formulano.
Applicato alla comunicazione il priming consiste nel dare o imporre o indurre un punto di riferimento in un certo contesto per spingere ad affidarsi ad esso.
Il priming è inconscio e si avvale di scorciatoie mentali nella valutazione della notizia. Ogni notizia viene memorizzata all’interno dello schema mentale che il lettore ha costruito nel tempo connettendo altre informazioni ricevute. Quando si presenta una nuova notizia riguardante quel tema, il lettore richiama alla mente l’intero schema mentale interpretativo.
Studi scientifici del secolo scorso hanno dimostrato che i media sono in grado attraverso il priming di creare e modificare i pregiudizi delle persone senza che ne siano consapevoli, che lo vogliano o meno. Un esempio sono gli effetti delle campagne comunicative che hanno portato all’elezione di Obama negli Usa nonostante i pregiudizi diffusi verso gli afroamericani, o è quello che succede quando veniamo esposti a profumi o a immagini per spingerci a pensare a ricordi piacevoli e quindi indurci a comprare certi prodotti o alimenti.
Riassumendo il priming sfrutta il meccanismo automatico dell’attivazione delle rappresentazioni mentali, orienta l’attenzione e va a influenzare le decisioni, i comportamenti e le interpretazioni di noi esseri umani.
È possibile evitarlo?
Sì, ma con difficoltà perché sfrutta una proprietà della nostra mente che funziona in modo inconscio. Per farlo dobbiamo diventare consci di come funziona, di quando si attiva e della nostra esposizione. Inoltre quando prendiamo decisioni dobbiamo valutare in modo consapevole il contesto, l’origine degli stimoli, le caratteristiche delle informazioni che riceviamo e molto altro. Non è semplice e richiede tempo ed energia.
In alternativa dovremmo testare periodicamente le nostre convinzioni e i nostri giudizi per comprendere se ci sono stati iniettati o manipolati, come e perché, o se sono basati su valutazioni obiettive e personali. Un lavoro di autoanalisi e revisione altrettanto difficile e dispendioso, ma utile a diventare più consapevoli di noi stessi, delle nostre convinzioni e del modo con cui prendiamo le nostre decisioni.
Approfondiremo le tecniche di autocontrollo e autovalutazione dopo aver finito di esaminare le tecniche di manipolazione.
Qualche riferimento con cui approfondire l’argomento:
- Come funziona la memoria – Meccanismi molecolari e cognitivi – Zanichelli Ed – E.Kandel, L.Squire (2010);
- The Concept of Priming within Political Communication Studies – Ewa Nowak (2012);
- What is Priming and why? – C.J. Marsolek (2001).
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