L’UE vuole censurare Internet

L’UE vuole censurare Internet

4 Luglio 2018 0 Di Pier


Wikipedia scrive:

“Cara lettrice, caro lettore,

Il 5 luglio 2018 il Parlamento europeo in seduta plenaria deciderà se accelerare l’approvazione della direttiva sul copyright. Tale direttiva, se promulgata, limiterà significativamente la libertà di Internet. Anziché aggiornare le leggi sul diritto d’autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell’informazione, essa minaccia la libertà online e crea ostacoli all’accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere. La proposta ha già incontrato la ferma disapprovazione di oltre 70 studiosi informatici, tra i quali il creatore del web Tim Berners-Lee, 169 accademici, 145 organizzazioni operanti nei campi dei diritti umani, libertà di stampa, ricerca scientifica e industria informatica e di Wikimedia Foundation. Per questi motivi, la comunità italiana di Wikipedia ha deciso di oscurare tutte le pagine dell’enciclopedia. Vogliamo poter continuare a offrire un’enciclopedia libera, aperta, collaborativa e con contenuti verificabili.

Chiediamo perciò a tutti i deputati del Parlamento europeo di respingere l’attuale testo della direttiva e di riaprire la discussione vagliando le tante proposte delle associazioni Wikimedia, a partire dall’abolizione degli artt. 11 e 13, nonché l’estensione della libertà di panorama a tutta l’UE e la protezione del pubblico dominio. https://meta.wikimedia.org/wiki/SaveYourInternet

La comunità italiana di Wikipedia”

 

Byoblu ha scritto:

“Sta succedendo qualcosa, qualcosa che forse non tutti sanno, e non lo sanno perché quelli che dovrebbero informarli sono interessati a mantenere un basso profilo. Qualcosa riguarda internet e le nostre libertà. Siamo ormai abituati agli attacchi alla rete che arrivano dal nostro Parlamento, il Parlamento italiano, ma questo viene da molto, molto più in alto. Per la precisione, dal Parlamento europeo.

Ieri la Commissione Affari Legali del Parlamento europeo, dopo 21 mesi di discussioni sulla legge sul Copyright, era chiamata a decidere: se accettare la cosiddetta versione del piano Oettinger/Voss, ovvero quella della tassazione sui link e sulla censura preventiva, oppure la versione più ragionevole di buon senso dell’eurodeputato dei verdi tedeschi Julia Reda. E, manco a dirlo, ha votato per l’alternativa di Oettinger/Voss, Oettinger era quello, tutti lo ricorderete, che disse che i mercati avrebbero insegnato all’Italia come votare.

Cosa significa? Significa che se il 4 di luglio il Parlamento europeo riunito in plenaria a Strasburgo, stante il parere favorevole di ieri della Commissione, dovesse votare per la ratifica di questa legge sul Copyright, beh! Da quel momento in poi, se caricherete un contenuto vostro sul web, potreste incorrere in spiacevoli messaggi come: “non avete una licenza per questa regione, per questo contenuto”, oppure il caricamento è stato disabilitato perché “le probabilità di violazione del copyright sono elevate”, o che “è necessario attendere mentre le foto delle vostre vacanze vengono caricate, perché prima devono essere confrontate con tutto lo scibile umano degli scatti fatti dai detentori dei diritti”. A questo potrebbe ridursi il dibattito in Rete!”

 

Paolo Becchi e Giuseppe Palma hanno scritto:

“L’establishment globalista è in serie difficoltà. Il voto popolare, quindi il normale processo democratico, sta mettendo in ginocchio il progetto neoliberale di superamento degli Stati nazionali. Per questo i “globalisti” corrono ai ripari. Un tempo, quando era la politica ad avere un ruolo di supremazia sull’economia, i partiti cercavano di farsi carico delle istanze popolari espresse nelle urne. Oggi la sovranità popolare ha lasciato il posto alla dittatura della finanza e i gruppi di potere sovranazionali sono invece propensi a soffocare il dissenso.

Per questo il Comitato Affari Legali del Parlamento europeo, cioè la commissione giustizia dell’Europarlamento (JURI), ha approvato il testo di una Direttiva che prevede la tutela del diritto d’autore. Dietro la maschera della salvaguardia del copyright si cela in realtà un atto sconcertante, un passaggio fondamentale per la distruzione della democrazia in Europa.

In particolare vi sono due articoli molto controversi. L’articolo 11 che introduce una tassa sui link, con l’obbligo per tutte le piattaforme on-line (Facebook, Google, Twitter etc. ) di acquistare licenze da società di media prima di poter postare link con qualsiasi tipo di contenuto, e l’articolo 13 sul cosiddetto “filtro di caricamento“, cioè un controllo sull’eventuale violazione del copyright su tutto quanto venga caricato sul web all’interno della Ue.

Insomma una camicia di forza per la rete. Nessuno potrà più condividere direttamente post, video e articoli sui social. Le grandi piattaforme – come ad esempio Facebook e Twitter – dovranno prima verificare il rispetto del copyright. Una follia che impedirà alle informazioni di circolare liberamente. E nulla c’entra la pur condivisibile tutela del diritto d’autore, infatti chi oggi scrive sui giornali o pubblica libri vede il suo diritto tutelato dalla vigente normativa, che lascia all’editore la facoltà di pretenderne il rispetto da parte dell’autore (e di chi diffonde l’opera), o viceversa.”

 

Ci risiamo. Nel silenzio dei media allineati e compiacenti, la burocrazia UE cerca di emanare una legge che lede i diritti dei cittadini e che colpirà i flussi di informazione alternativa che circolano in rete.

Domani l’establishment metterà altre catene alla rete.

Si annunciano momenti sempre più cupi.

A presto ;D