
L’Italia non è una democrazia
L’Italia non è più una democrazia da diversi anni. Alcuni dicono dal colpo di stato Monti-Napolitano, del 2012 mi pare, altri dicono dalla caduta del governo prodi, altri ancora dalla fine degli anni 90 con l’ingresso forzato dell’Italia nell’UE, organismo sovranazionale non democratico.
Altri ancora pensano che l’Italia non sia una democrazia dalla rivoluzione politica provocata da mani pulite che ha colpito tutti i partiti eccetto i comunisti; altri credono dalla caduta del muro di Berlino che ha declassato l’Italia da alleato-protettorato speciale Usa a colonia; infine altri pensano che l’Italia non sia mai stata una democrazia, proprio e nonostante la spettacolare Costituzione, troppo fastidiosa per i piani degli Usa in Europa. Sarà per questo che non è più applicata da decenni.
Comunque sia avvenuto, l’Italia non è più una democrazia.
Perché? Per molti motivi diversi. Consideriamone alcuni.
Primo perché il voto è diventato solo un rito di conferma (legittimazione?) delle classi politiche scelte da altri. Non a caso tutte le ultime leggi elettorali sono incostituzionali e quindi illegittime. Sono fatte per escludere elettori e cittadini dalle decisioni, non possono dare preferenze, ma votare un simbolo che dà ai vertici dei partiti il potere di scegliere gli eletti, chi farà le leggi e chi governerà il paese. Sono fatte per escludere le minoranze, per evitare che nuovi partiti emergano e cambino la struttura esistente.
Secondo motivo perché la classe politica non è stata scelta dai cittadini, ma dalle élite e dall’establishment italiano e Usa soprattutto, e negli ultimi anni anche da organismi quali la trilaterale e dall’Ue. Una selezione che parte dalle università, penetrate e presidiate dai sostenitori delle ideologie dominanti, volute e amate dall’establishment sopracitato, per arrivare ai partiti sempre affamati di soldi e finanziati da chi i soldi li ha e da chi controlla l’economia.
Chi rappresentano i volti della politica oggi? Le minoranze influenti, quelle che contano e fanno lobbing continua (e aggiungerei anche lotta di classe continua). Lo confermano i fatti, cioè le leggi approvate nell’interesse delle élite e non della maggioranza della popolazione, le politiche di tassazione e di sviluppo per non parlare della spoliazione dei diritti delle classi lavoratrici e borghesi a vantaggio di imprenditori e capitalisti.
Terzo perché la classe politica e le istituzioni statali di oggi “disattendono” la Costituzione, cioè non la rispettano, non la applicano e periodicamente tentano di modificarla o di distorcerla nelle interpretazioni. La Costituzione è la norma che regge lo stato italiano, anzi la repubblica democratica italiana, che regola la società e la convivenza dei cittadini, e non applicarla, per esempio nell’articolo 4, quello del lavoro, o far finta che leggi ordinarie o trattati internazionali siano superiori alla costituzione, è l’evidenza che l’Italia non è più una democrazia. Il potere non appartiene più al popolo, ma alla minoranza dominante e ricca. Nei fatti l’Italia è una oligarchia.
Quarto motivo perché l’Italia ha ceduto la sovranità monetaria alla banca centrale europea, nonostante la costituzione non permette di cedere la propria sovranità, ma solo di limitarla fra pari. Accettando l’euro come moneta, la politica italiana compiacente ha declassato l’italia a colonia oggetto della spoliazione di sovranità e ricchezza da parte degli stati dominanti, in primis la Germania, e del sistema bancario europeo. Questo perché l’euro non è una moneta, ma uno strumento politico di dominio degli stati più “forti” e “competitivi” sugli stati più deboli.
Quinto perché l’Italia è entrata nell’unione europea, e così facendo ha accettato il trattato di Lisbona, anzi ha accettato che questo abbia più autorità della Costituzione e in tal modo ha tradito il popolo sovrano e lo ha derubato della sua sovranità. I vertici politici italiani hanno accettato che l’Italia venga guidata e controllata da istituzioni non democratiche come sono quelle europee, mentre gli altri stati dell’Ue decidono secondo i loro interessi nazionali, violando le norme europee ogni qualvolta fa loro comodo, la Germania per prima.
Sesto motivo è che la classe politica e gli intellettuali italiani hanno fatto propria e applicano l’ideologia liberista. Il liberismo oltre a essere una pessima teorica economica, è anche socialmente e politicamente non democratico, crea sempre disparità, povertà e sofferenza sociale. Il liberismo non accetta l’interferenza degli stati democratici e, come possiamo vedere dall’esperienze degli ultimi due secoli, dal sudamerica all’europa, il liberismo porta sempre alla fine delle democrazie, manifesta o nascosta, e all’instaurazione di regimi oligarchici o dittature. Non a caso quando il liberismo ha preso il sopravvento in Europa meno di un secolo fa, ha condotto alla seconda guerra mondiale.
Settimo perché l’Italia è una colonia degli Usa dalla fine della seconda guerra mondiale, come confermato dal numero di basi e installazioni militari poste sul nostro territorio. Ma lo confermano anche i viaggi che i vertici politici italiani fanno in Usa prima e dopo le elezioni politiche, oppure i molti incidenti e scandali che hanno coinvolti cittadini statunitensi senza che sia mai stato possibile condannare i responsabili, come le molte manipolazioni che le indagini e il tempo hanno svelato, o il reclutamento di politici e giornalisti da parte della Cia.
Finché la guerra fredda con l’Unione sovietica ha reso importante l’Italia per diversi motivi strategici, politici e militari, nonostante le continue manipolazioni il paese ha goduto di uno status privilegiato, di un ruolo di spicco nella Nato, ma con la caduta del muro di Berlino, l’Italia è tornata a essere la colonia che è da 70 anni.
Che ne pensi? Sono sufficienti?
Ci sono altri motivi che provano o suggeriscono che l’Italia non sia una democrazia, come il controllo dei media, la redistribuzione della ricchezza, la qualità dell’istruzione, eccetera. Uno in particolare penso valga la pena sottolineare: il continuo e sistematico allontanamento dei cittadini dalla politica, realizzato attraverso campagne mediatiche, strategie comunicative, manipolazione dei programmi scolastici, passaggio da leggi elettorali proporzionali a maggioritarie e altro ancora.
Il cittadino disinformato, distratto, ignorante, deluso e con una visione della realtà distorta non si appassiona a una politica su cui non può più influire.
Detto tutto questo, vorrei fare due considerazioni:
- la democrazia è considerato in occidente il migliore sistema di governo, senza alcuna alternativa possibile, ma è davvero così?
- la democrazia può sopravvivere al neo o turbo capitalismo che attraverso la grande finanza domina questa fase storica?
Non c’è alcun dubbio che le democrazie rappresentative abbiano portato a un netto miglioramento della vita dei cittadini, quelle socialiste meglio delle altre, che abbiano portato a un lungo periodo di abbondanza e di pace almeno in Europa. Eppure se andiamo ad analizzare da vicino le grandi democrazie dei nostri giorni, scopriamo che hanno subito una profonda metamorfosi e che dietro le apparenze sono o stanno diventando oligarchie.
Il potere di queste democrazie non è più del popolo, che anzi viene tenuto lontano e sotto controllo, no, il potere è detenuto dalle élite, minoranze organizzate e ricche che non si fanno scrupoli a perseguire il loro interesse a discapito di quello della collettività. Non c’è una democrazia che non sia già mutata, come Usa, Uk e Italia o non sia preda dalla malattia, accelerata dalle pressioni dei grandi organismi internazionali, della grande finanza e dalle corporation.
È difficile credere che quelle che chiamiamo democrazie, ma sono oligarchie camuffate, tornino spontaneamente sui loro passi. O che le democrazie che ancora lottano per sopravvivere possano resistere a lungo alle pressioni del liberismo e della globalizzazione.
Alcuni sostengono che le democrazie rappresentative hanno la predisposizione a diventare oligarchie, attraverso complessi processi sociali e politici. Il punto debole alla fine è sempre l’uomo, fragile, corruttibile, ignorante, egoista, disinformato e vigliacco. Le democrazie cadono quando gli uomini preposti a guidarle lavorano in realtà contro di loro, per interesse personale o altro. Le democrazie cadono corrose dall’interno, tradite dai migliori e dagli intellettuali, minate da un’informazione deviata.
Questo è accaduto all’italia, l’Italia non è più una democrazia.
[…] parte delle classi politiche delle repubbliche democratiche europee. Come abbiamo visto nel post “L’Italia non è una democrazia” in Italia la democrazia è morta da almeno 5 anni, ma anche nel resto dell’Ue le democrazie […]
[…] post “l’Italia non è una democrazia” ho ribadito che l’Italia non è più una democrazia per diversi […]