L’informazione e il potere

L’informazione e il potere

16 Ottobre 2016 3 Di Pier

Nel precedente post, abbiamo visto come noi esseri umani viviamo e comprendiamo il mondo attraverso i sensi e non possiamo conoscere quello che accade oltre i limiti dei nostri sensi.  A meno di non usare strumenti che li ampliano (es: telecamere, registrazioni, ecc) o di comunicare con i testimoni diretti di quello che accade, o con un tramite che ci riporta il racconto dei testimoni. I media sono il tramite che ci permette di conoscere quello che accade.

L’informazione ci permette di conoscere, il mondo e gli eventi, oltre la nostra esperienza diretta, e di agire di conseguenza, di scegliere cosa fare e come farlo.

Chi può accedere all’informazione ha la possibilità di agire, sa cosa e come fare le cose, sa perché, può prevedere gli eventi e i risultati delle proprie scelte e può avvantaggiarsi con esse. Pensa alle invenzioni o alle scoperte e a come hanno cambiato i destini di persone e popoli, oppure pensa alla conoscenza specialistica e alle categorie che se ne privilegiano come i dottori, gli avvocati e gli economisti. O più semplicemente pensa a chi conosce l’ubicazione di una spiaggia fuori mano, o di alberi da frutto che nessuno rivendica.

Chi può accedere prima all’informazione ha la possibilità di agire prima, sa cosa accade o accadrà prima degli altri, quindi può avvantaggiarsene prima degli altri. Per esempio pensa agli investimenti finanziari e all’insider trading, persone che sanno cosa sta per accadere nelle aziende e sui mercati e guadagnano illecitamente per questo. O immagina a chi sa che un terreno sta per essere espropriato per lavori pubblici, può acquistarlo o acquistare quelli limitrofi per trarne profitto futuro.

Invece cosa succede se ricevi informazioni false, sbagliate o imprecise?

Se le consideri come vere e affidabili, se prendi decisioni basandoti su di esse, queste saranno poco efficaci e sbagliate per te, vantaggiose per altri. Tutti “arrotondiamo” la realtà, minimizziamo, smorziamo o adattiamo i fatti, con noi stessi e con gli altri. Lo facciamo perché abbiamo imparato fin da bambini che è un modo efficace per trarre vantaggi, evitare punizioni, per far apparire migliori cose, situazioni e noi stessi di quello che siamo.

Nel mondo degli adulti manipolare l’informazione e gli altri è la norma, tutti lo facciamo, ma in piccolo, facendo attenzione a non perdere troppa credibilità. Credibile è colui a cui possiamo credere, perché non mente. Proprio perché sappiamo l’effetto e l’efficacia delle menzogne e del manipolare l’informazione, per convivere con gli altri chiediamo di non farlo. O li escludiamo socialmente. Perché vivere insieme è meglio, mentre mentire aiuta ma ci rende difficile la vita sociale.

Eppure chi può, lo fa, in grande. Lo fanno i politici e i partiti, lo fanno i governi, lo fanno gli eserciti e i servizi segreti, lo fanno le corporation, le banche e l’industria, lo fanno le aziende pubblicitarie e la grande distribuzione. Perché lo fanno? Perché manipolando l’informazione che gli altri ricevono si possono influenzare le loro scelte e i loro comportamenti. Ed essendo “grandi” gli individui che manipolano non devono pagare personalmente e possono continuare a far parte di un gruppo sociale.

Un esempio, pensa all’amianto, a quanti sono morti non sapendo della sua pericolosità. Nonostante i vertici dei produttori e altri sapessero, per decenni si è continuato a produrre amianto, a proteggere l’interesse di pochi. Ho scelto un esempio drammatico perché tu comprenda cosa può accadere quando qualcuno manipola l’informazione o la nasconde. Chi controlla l’informazione ha questo potere.

Io lo so, tu lo sai, perché è intuitivo.

È intuitivo che sapere più e prima degli altri ci permette di agire meglio e prima, di avvantaggiarci rispetto agli altri. Altrettanto intuitivo è comprendere che manipolare l’informazione che gli altri ricevono, permette di manipolare la loro realtà e quindi le loro scelte. L’informazione è potere, sia a livello linguistico, cioè permette di poter fare, sia a livello sociale, permette ad alcuni di poter fare mentre altri che non sanno non possono.

In un periodo come quello che stiamo vivendo, un periodo di cambiamenti globali sia politici che economici, possiamo vedere con chiarezza e “in grande” come i media e la manipolazione dell’informazione venga usata da chi può per i propri interessi.

Finché consideriamo piccolo esempi, come la disparità informativa tra chi compra e chi vende sul prodotto, sul suo valore reale, questo riguarda gli interessi di poche persone. Quando invece parliamo di media nazionali e internazionali che raggiungono interi popoli, allora la cosa diventa facilmente drammatica.

Qualche esempio. Pensa al referendum costituzionale qui in Italia, pensa a come i media di proprietà o influenzati da chi sostiene il partito al governo martellino noi cittadini con una vera e propria campagna elettorale per spingerci a votare sì. Lo fanno dando più spazio a chi sostiene il sì, molte volte di più, ma anche manipolando l’informazione sulle ragioni, sull’utilità e l’efficacia della modifica costituzionale. Questo perché la modifica non è un vantaggio per tutti, anzi.

Se andiamo oltre i confini italiani, la situazione è anche peggiore. Basta seguire con attenzione la campagna presidenziale negli Stati Uniti. Aldilà dei candidati discutibili, Clinton e Trump, sono i media che hanno raggiunto un livello di manipolazione raccapricciante. E considerato che sono aziende private, proprietà di pochi che sostengono la Clinton per i propri interessi, non possono che sostenere lei a discapito di Trump. Ti invito a leggere il post di Marcello Foa a proposito.

Se ci spostiamo in Siria, osserviamo come il conflitto più ignorato dai media sia diventato quello più manipolato. Che gli eserciti considerino il controllo dell’informazione una priorità, è noto dalla guerra in Vietnam, ma che i governi arrivino a produrre materiale falso e vere e proprie campagne false per sostenere le proprie politiche estere è una cosa relativamente recente. Se però leggiamo questa inchiesta del Bureau of Investigative Journalism, scopriamo che i video dell’Isis erano stati ordinati dal Pentagono e realizzati da un’azienda di comunicazione inglese.

Non c’è limite alla manipolazione dell’informazione da parte dei grandi protagonisti della politica e dell’economia, il cui obiettivo è quello di manipolare le nostre scelte a vantaggio loro o di minoranze. Minoranze di potenti naturalmente, persone che possono.

Buona serata e a presto ;D