L’anno della svolta è finito

L’anno della svolta è finito

31 Dicembre 2018 0 Di Pier

Siamo alla fine del 2018, l’anno della svolta. È stato ricco di colpi di scena, di cambiamenti, di svolte e di cambi di marea che non si esauriranno tanto in fretta. Parlo sia a titolo personale, sia come osservatore della geopolitica.

L’anno della svolta

A livello mondiale, gli Usa sembrano aver perso il dominio militare e ben presto perderanno anche la posizione di dominio economico. Dopo aver imposto con la forza le loro politiche alla maggior parte del pianeta a vantaggio dell’establishment occidentale, il declino dell’impero americano è oggi percepibile.

Passerà almeno un decennio prima che si concretizzi e nel frattempo il gigante farà di tutto per tornare in sella, perfino usare le armi peggiori per abbattere i propri nemici. E probabilmente lo avrebbe già fatto, se non fosse che la Russia dispone di armamenti in grado di annullare la supremazia dei mari e dei cieli delle armate Usa e in grado di colpire il territorio avversario nonostante le difese.

Nel frattempo la Cina si prepara a diventare il gigante economico e tecnologico che determinerà il secolo. La maggior parte della popolazione occidentale non si rende conto che già ora l’Ue è stata sorpassata dall’Asia e che nel giro di 10–12 anni anche gli Usa saranno superati. Già adesso il ruolo del dollaro è stato messo in discussione, anzi è stato abbandonato da molte nazioni per valute diverse e con la prossima crisi lo sarà ancora di più. L’Asia si prepara a diventare la protagonista del prossimo futuro.

Forse è per questo che gli Usa cercano di dividere Cina e Russia e allo stesso tempo spingono i paesi della Nato alla militarizzazione, martellando le popolazioni con campagne antirusse basate sul niente o su provocazioni, false flag o attacchi terroristici realizzati da alleati, servizi segreti o organizzazioni fantoccio come l’Isis.

Tutto questo non avviene per caso, ma a seguito di precise scelte dell’establishment occidentale. Dopo aver sconfitto le alternative socioeconomiche al capitalismo, in particolare comunismo e socialismo, che minacciavano il potere e il ruolo delle élite come le conosciamo, l’establishment ha deciso di puntare al governo unico mondiale.

Verso il nuovo ordine mondiale

Per farlo però devono demolire la sovranità degli stati, creare organismi sovranazionali come l’UE, non democratici per definizione, e quindi imporre ai popoli il nuovo ordine mondiale. E possono riuscirci.

Dopo la caduta del blocco sovietico è stato sottratto alle nazioni il controllo della moneta per trasferirlo alle banche e alle società private. Il mondo finanziario è stato alimentato oltre misura, da strumento di supporto all’economia mondiale è diventato un mostro parassita che controlla l’economia mondiale, la manipola, drena risorse e la dirige. Non a caso oggi la maggior parte della ricchezza mondiale è nelle mani di un centinaio di società finanziarie o banche private.

Organizzazioni private sono anche quelle che controllano la politica, i media e la cultura, quelle che manipolano la visione della realtà di tutti noi attraverso l’informazione, che per esempio hanno introdotto l’ideologia Lgbt nel giro di pochi anni, che hanno organizzato e finanziato le migrazioni economiche per colpire le società e le economie occidentali, ma anche per sottrarre ai cittadini delle nazioni avanzate i diritti conquistati in decenni di lotte.

Se il controllo dell’informazione, della politica, dell’economia sono ormai un dato di fatto, l’obiettivo ora è il controllo delle popolazioni con ogni mezzo, classici come la paura, la menzogna, la distrazione, la distorsione della realtà, l’ignoranza, la competizione tra poveri, o più recenti come i trattamenti farmacologici obbligatori, il controllo capillare delle informazioni personali tramite rete e social, e quelli annunciati come l’Iot, la blockchain, il 5G e via dicendo. Qualunque mezzo.

Lo dicono loro stessi

Tutto questo potrebbe essere l’ennesimo romanzo distopico, o un’altra storia complottista ricamata su frammenti della realtà. Sarebbe bello fosse così, ma non lo è.

Lo scrivono loro stessi, nelle pubblicazioni delle organizzazioni private, nei libri di memorie, negli conflitti che scoppiano tra loro e che trapelano attraverso l’informazione, o lo rivelano occasionalmente in interviste o scritti, lo confessano talvolta, ma soprattutto lo rivela il quadro d’insieme dei cambiamenti avvenuti negli ultimi 50 anni, lo rivela la corrispondenza tra i testi semisconosciuti dei pensatori dell’establishment con le scelte politiche ed economiche realmente compiute.

Talvolta qualche coraggioso, colto e consapevole, che non appartiene agli intellettuali allevati o sottomessi dall’establishment, tira le righe tra i punti e rivela parti del disegno. Come per esempio Francesco Amodeo con il suo libro, la Matrix Europea.

Questo 2018 è stato un anno di svolta, di cambiamenti nient’affatto imprevisti, forse in anticipo sui tempi dei piani dell’establishment, come rivelano certe smagliature e certe accelerazioni e campagne manipolatorie.

Forse i gilet gialli in Francia sono realmente un movimento di protesta spontaneo e non una minirivoluzione colorata stile Usa lanciata per ricordare alla Francia chi comanda e costringere Macron alle dimissioni.

Talvolta gli imprevisti esistono anche nei piani dell’establishment, che tra l’altro non ha una regia unica, non è concorde, non su tutti i temi e spesso gioca un gioco di potere interno con effetti talvolta macroscopici.

Forse imprevisti o forse no

Così c’è Trump, puro establishment, ma con scopi un poco diversi dai neolib, e in Italia abbiamo un governo Lega-M5s, voluto dagli Usa per controllare la situazione e prevenire un inasprimento del malcontento. Se il M5s è un gatekeeper anglo–americano, la Lega è il volto nuovo di un partito di governo prosistema e non è un caso che dopo 6 mesi le scelte politiche si siano allineate alla solita agenda e non si parli più di uscire dall’euro e dall’Ue, progetto Usa messo in pratica dall’establishment europeo per i propri interessi parrocchiali.

Il 2018 è stato un anno di svolta per la geopolitica, per le prospettive dell’Ue in pieno declino sociale e culturale, oltre che tecnologico ed economico. È stato un anno di svolta per gli Usa, nelle loro politiche imperialiste, un anno di svolta per Israele, per la prima volta sconfitto nei suoi piani in medioriente, un anno di svolta per le migrazioni economiche, un anno di svolta per i paesi europei in declino, in attesa che la crisi, quella vera e imminente, spazzi via le certezze. Non quelle dell’establishment, che si arricchisce sempre di più a spese dei popoli.

E io?

Per quanto mi riguarda, dopo aver speso 7 mesi a lavorare come un pazzo per capire se fosse possibile lanciare in Italia un progetto imprenditoriale, ho concluso che non è possibile. Troppo in anticipo per l’Italia e non posso permettermi di lasciarla. Attenderò una migliore finestra di lancio. Invece il secondo progetto su cui lavoro da 6 mesi è molto più soddisfacente, anche se devo tirare come un mulo. Il mercato c’è ed è interessato e se tutto va come previsto vedrò i risultati nei prossimi mesi. Augurami buona fortuna.

A livello personale il cammino verso la consapevolezza ha avuto diverse accelerazioni quest’anno, favorito dai molti cambiamenti che ho dovuto introdurre nella mia vita, anzi in me stesso. Posso dire che i migliori risultati che ho ottenuto quest’anno sono nella mia crescita interiore. Migliore visione, più risultati, più comprensione.

Ora vedo con chiarezza il cammino dietro di me e la strada davanti a me. Quello che avrei dovuto conoscere da ragazzo per affrontare la vita, ma che nessuno mi ha mai mostrato o fatto comprendere. Sono una persona molto diversa da quella che ha aperto questo blog, molto diversa solo da chi ero un anno fa.

A livello personale il prossimo anno sarà un altro anno di cambiamenti, progetti, crescita e risultati, mentre l’Italia, anzi il mondo in generale dopo quest’anno di svolta sembra dirigersi verso scontri, crisi e guerre. Sarà un anno di lotta, un anno di sgradevoli verità, di imposizioni e propaganda.

Ti ringrazio se ancora segui queste pagine e ti faccio i miei auguri.

Che il prossimo anno sia ricco di occasioni per te e per coloro che ami, che tu possa vivere momenti memorabili e possa raccontarli a lungo negli anni a venire.

Un abbraccio.