LA PERSUASIONE – Questione di autorità 2
Nel precedente post sulla persuasione, qui, abbiamo esaminato il principio di autorità: siamo portati a obbedire alle richieste dell’autorità riconosciuta.
E’ uno dei comportamenti “automatici” che nascono dalla psicologia umana, dalla nostra cultura e dalla nostra natura sociale, che diventano spontanei perché si dimostrano efficaci e perché li apprendiamo in giovane età.
L’evoluzione ci ha spinto al rispetto dell’autorità in quanto permette all’uomo di organizzarsi, crescere e suddividere i compiti, rendendo possibile in questo modo lo sviluppo di una società evoluta, capace di realizzare strutture complesse per la produzione di beni, il commercio, la difesa, l’espansione e il controllo sociale.
Che lo ammettiamo o meno, questo comportamento è dominante nella nostra società e se non viene rispettato di norma veniamo puniti con la disapprovazione sociale, arrivando ad essere additati come ignoranti, emarginati, ribelli o perfino sociopatici, con il rischio di incorrere nei classici meccanismi di repressione sociale, per esempio schedatura, sorveglianza, trattamento medico obbligatorio o altro.
Alla disapprovazione sociale si aggiungono inoltre punizioni decisamente più concrete, come multe e pene pecuniarie, l’arresto fino alla prigione. Attenzione non parlo di delitti, ma di disobbedienza all’autorità. Tra i reati del nostro codice civile, c’è la “resistenza a pubblico ufficiale” (art.337 cp) in cui possiamo incorrere se non obbediamo agli ordini appunto di un pubblico ufficiale, come per esempio quando questi vuole accertare la nostra identità e noi rifiutiamo di mostrargli i documenti. E non dimentichiamo l’oltraggio a pubblico ufficiale, depenalizzato sei anni fa e reintrodotto nel 2009, e l’offesa al presidente della repubblica, all’autorità giudiziaria, alla bandiera e così via.
Per evitare tutto questo e soprattutto per godere dei vantaggi dell’autorità e della struttura sociale attuale, tutti noi obbediamo all’autorità. Lo facciamo nelle sue forme più alte, in presenza di un poliziotto o un carabiniere o un vigile riconoscendoli dalla divisa, in presenza di un dottore e un giudice riconoscendoli dai titoli e dagli abiti. Oltre a questi la nostra vita è piena di notai, avvocati, bancari, commercialisti, ingegneri, specialisti vari che attraverso titoli e vestiti ci dimostrano di essere delle autorità nel loro campo. Anche se a questi non dobbiamo obbedire obbligatoriamente, dispongono di informazioni che noi non abbiamo e ci possono essere utili.
Come abbiamo già detto, le informazioni fornite da un’autorità riconosciuta sono un’utile scorciatoia per decidere come comportarci in diverse situazioni. Per questo, anche in questi casi, siamo disposti a dare fiducia a persone che non conosciamo arrivando a obbedire alle loro richieste e a seguire le loro indicazioni senza verificare l’affidabilità di quello che ci dicono. Fare verifiche costa tempo e denaro, quindi spesso ci affidiamo alla “fama” dell’autorità in questione, o alle parole di terze persone o soltanto ai simboli che sfoggiano, come l’automobile di lusso, la targa col titolo o il bell’ufficio.
Normalmente non ci rendiamo conto di quanto sia profondo l’impatto che l’autorità e i suoi simboli hanno sulle nostre azioni. Prova a prestare attenzione agli incontri con qualunque tipo di autorità nella tua vita. Quando vai dal dottore, oppure quando ti fermano i vigili per un controllo, o quando hai a che fare con l’avvocato o il banchiere di “fiducia”. Soffermati sulle tue reazioni e in particolare su come il tuo atteggiamento mentale cambia. Poi prova a rivedere, rivivere la stessa situazione immaginando di avere davanti la stessa persona in jeans e maglietta, non seduta in un ufficio dietro a una scrivania, ma a un tavolino del bar. Confronta gli atteggiamenti mentali delle due situazioni e scoprirai che cambiano notevolmente.
Questo principio è così potente da superare spesso il nostro senso critico, fino ad arrivare ad annullare ogni opposizione. E’ quindi fondamentale una maggiore consapevolezza del potere dell’autorità e dei suoi simboli. Capire come funziona il meccanismo di deferenza all’autorità aiuta a resistergli.
Le tecniche di persuasione che sfruttano il principio di autorità mirano a far credere alla vittima di essere di fronte a una figura autorevole, per indurla a obbedire a richieste svantaggiose per lei e vantaggiose per il persuasore.
Dobbiamo distinguere i casi in cui il persuasore è realmente un’autorità, dai casi dove il persuasore è un millantatore. In questo secondo caso, dobbiamo concentrare la nostra attenzione sulle credenziali della persona e sulla loro rilevanza rispetto al problema in questione. Questo significa andare oltre ai simboli dell’autorità che ci stanno mostrando, capire con lucidità chi abbiamo di fronte, chiedere e verificare le credenziali presso terzi e autorità riconosciute. Naturalmente va fatto prima di eseguire i loro ordini o consigli. Attenzione, questo non significa che devi chiedere ai carabinieri che ti hanno fermato di vedere i loro documenti, perché è poco probabile che tu abbia di fronte dei millantatori in quanto spacciarsi per loro è un reato.
Una volta che abbiamo verificato se la persona che abbiamo davanti è un’autorità, è fondamentale capire se è la figura giusta che può aiutarci a risolvere i nostri problemi. Non solo non andiamo in banca per avere consiglio sulla nostra stitichezza, ma sulla questione non chiediamo certamente consiglio a un otorino o al nostro oculista. E non è ancora finita, in quanto non è detto che l’uomo di fronte a noi abbia l’esperienza e la professionalità che ci serve. E’ quindi opportuno verificare tutto questo. Come? Facendo domande precise senza alcun timore e verificando quello che ci dice.
Ora torniamo al primo caso, dove il persuasore è un’autorità nel suo campo che vuole persuaderti a obbedire a richieste che gli porteranno un vantaggio. In questo caso resistere alla persuasione diventa difficile. Dobbiamo necessariamente verificare quello che ci dice rivolgendosi a un’altra autorità di livello analogo o superiore. Questo significa accollarsi costi aggiuntivi e quindi perdere una parte del vantaggio che traiamo dal rispettare l’autorità.
Perciò è fondamentale affrontare l’incontro con la persona autorevole con lucidità e consapevolezza e se possibile con una base di informazioni raccolte da altre fonti (es: libri, internet, parenti e amici) allo scopo di cogliere indecisioni o segnali sospetti. In presenza di contraddizioni nella sua comunicazione è fondamentale verificare quanto ci viene detto prima di farlo.
Chiaramente per fare tutto ciò, dobbiamo comprendere come reagiamo in presenza di un’autorità, imparare a riconoscerne i simboli e fare esperienza nel fare le giuste domande e valutare il nostro interlocutore. Inoltre non dobbiamo dimenticare mai che chi abbiamo di fronte non è lì per fare il nostro bene, ma fa solo il suo lavoro e direttamente o indirettamente lo paghiamo per quello.
Molto ci sarebbe da dire ancora, ma approfondiremo l’argomento nei post futuri. Stasera ho un poco esagerato. Grazie dell’attenzione e a presto ;D