LA MENTE UMANA – L'udito alla nascita
I sensi sono lo strumento con cui interagiamo con il mondo esterno, sono loro che forniscono le informazioni di base sulla realtà che ci circonda, estraendole dal flusso di luce, suoni, odori, sapori, eccetera che ci avvolge costantemente. Ne abbiamo parlato nei post I SETTE SENSI 1 e 2 e IL FLUSSO, ma stasera vorrei soffermarmi una volta ancora sull’udito.
L’udito è il senso che ci permette di percepire i suoni, cioè un flusso di onde di energia generate dalla vibrazione di un corpo che si propagano attraverso l’ariae hanno frequenze percepibili dall’orecchio umano. Noi esseri umani siamo animali visivi, non c’è dubbio, siamo stati selezionati in questo modo attraverso la nostra evoluzione, ma con l’udito integriamo la nostra percezione visiva e risolviamo parte delle sue limitazioni. Un esempio lampante è che l’udito ci permette di controllare costantemente l’ambiente intorno a noi a 360° gradi, mentre la vista ha un campo di visione limitato.
Nel post “Il senso dell’udito e il senso del tempo” abbiamo esaminato la caratteristica forse più straordinaria del senso dell’udito: la percezione temporale degli eventi. Se con la vista percepiamo dove sono le cose, con l’udito capiamo quando si verifica un evento. Inoltre abbiamo visto come l’udito è il primo dei sensi che sviluppiamo nel ventre materno ele regioni cerebrali responsabili dell’udito sono le prime a terminare il processo di sviluppo.
Studi hanno dimostrato che per un corretto sviluppo cerebrale del feto nel grembo materno è necessario un’ampia gamma di rumori: la corteccia uditiva dei mammiferi ha bisogno di stimoli per sviluppare le connessioni tra i neuroni e gli stimoli sono i suoni che arrivano alla placenta, siano essi ambientali o la voce della mamma.
A questo proposito i neonati, anche se non capiscono quello che viene loro detto, sono molto sensibili al ritmo, accento e intonazione del linguaggio, per questo sono attratti dalla voce materna e hanno una spiccata preferenza per la lingua che hanno ascoltato nel corso del loro sviluppo. E’ stato anche dimostrato che i bambini sono particolarmente sensibili alle variazioni delle componenti della voce umana: altezza, tono e durata, cioè agli aspetti emotivi del linguaggio, un’abilità fondamentale per stabilire rapporti sociali con chi si prende cura di loro. Questo prima che le parole dei genitori modellino la loro mente e il cervello in crescita.
Non è un caso quindi che un feto reagisca alla musica o a suoni forti e non è strano che sia la voce materna la componente principale di stimolo e che gli stimoli ideali siano proprio le ninnananne e il linguaggio melodico che istintivamente le madri usano quando si rivolgono ai loro piccoli.
Infine studi specifici hanno dimostrato che i bambini conservano la memoria delle esperienze sonore prenatali anche per molto tempo e che queste sono determinanti per la crescita cerebrale e non solo per lo sviluppo del linguaggio o per sviluppare la passione per la musicalità.
Un argomento affascinante, non credi?
Non è solo un invito a parlare alle pance delle mamme, ma a considerare l’udito come un senso chiave per l’essere umano, sempre e non solo quando questo viene perduto o danneggiato, come nel caso delle persone lesionate o degli anziani, limitando la loro comunicazione e i loro rapporti sociali.
L’udito ha ancora molti aspetti affascinanti che affronteremo insieme in altri post futuri. Per stasera è tutto. Ti ringrazio dell’attenzione.
A presto ;D
[…] con l’udito capiamo quando si verifica un evento. Molto interessante, non credi? Nel post “L’udito alla nascita” abbiamo visto come l’udito è il primo dei sensi che sviluppiamo nel ventre materno e le […]