
LA MENTE UMANA – Lo schema corporeo
Nei post “I sette sensi 1” e “2” abbiamo fatto conoscenza con la propriocezione, cioè della percezione di se stessi, o sarebbe meglio dire è la percezione della posizione nello spazio dei nostri arti e del nostro corpo. Abbiamo visto come speciali recettori presenti nella pelle, nei muscoli e nei tendini comunicano di continuo al cervello la loro posizione e la pressione a cui sono soggetti, e di conseguenza il cervello conosce la posizione e il movimento delle strutture muscolo-scheletriche. Questo senso è strettamente legato al senso dell’equilibrio e la coordinazione dei due ci permette una gamma sorprendente di movimenti.
Quello che non abbiamo detto è che la propriocezione è solo uno dei tre sensi che usiamo per conoscere la nostra posizione nello spazio e la forma del nostro corpo, per seguire i nostri movimenti e per definire il nostro schema corporeo.
Esatto ho proprio detto schema corporeo. Gli studi neurologici a proposito hanno scoperto che il nostro cervello sviluppa uno schema del corpo che verifica e aggiorna continuamente attraverso i feedback della vista, del tatto e della propriocezione. Se una mosca ti si posa su una mano, tu la senti con il tatto e sai dov’è la tua mano grazie alla propriocezione, ma finché non guardi la mano non sei sicuro del punto preciso della pelle su cui si trova l’insetto.
Qual è lo scopo dello schema corporeo?
Il cervello si basa su questo schema corporeo per decidere quali movimenti eseguire. Per esempio, se vuoi grattarti una caviglia, il movimento sarà diverso a seconda se sei in piedi, seduto o disteso. Tu non pensi al movimento, lo fai, istintivamente, lo hai appreso nell’infanzia, ma è il cervello che decide autonomamente quale movimento eseguire basandosi appunto sullo schema corporeo.
In parole semplici, lo schema corporeo è un modello interno efficace ed efficiente (se viene aggiornato tempestivamente) e su di esso si basano tutti i nostri movimenti dai più semplici ai più straordinari gesti di atletica o di acrobazia. Tra l’altro gli studi dimostrano che non è del tutto dipendente dal feedback sensoriale e che funziona lo stesso anche senza feedback, anche se con efficacia relativa.
Cosa succede se i feedback dei tre sensi non sono coerenti?
Se vista, tatto e propriocezione danno indicazioni contrastanti il nostro cervello ha difficoltà ad aggiornare lo schema corporeo e di conseguenza può generare errori nei movimenti. Ingannare la propriocezione non è possibile, ma sono molti gli esempi di illusioni che si basano su stimoli visivi e tattili non coerenti.
Per esempio, se incroci due dita e fai scorrere la fessura tra le dita lungo il setto nasale fino alla punta, ti sembrerà di avere due nasi. Oppure se incroci le braccia e intrecci le mani alla rovescio, in modo da avere i pollice verso l’esterno, se qualcuno ti indica un dito da muovere non riuscirai a eseguire bene il movimento. Ci sono molti altri esperimenti analoghi e altri ancora che si possono fare con gli specchi per ingannare il cervello attraverso la vista, ma non ha molto senso elencarli qui.
Piuttosto vale la pena accennare che lo schema si trova nella corteccia parietale e premotoria, gestita da cellule che reagiscono sia agli stimoli visivi che al tatto.
Non trovi anche tu interessante l’idea di un modello cerebrale del corpo?
Non posso evitare di pormi domande su come si sia sviluppato e perché sia così efficace.
Tu cosa ne pensi?
Qui puoi trovare gli altri post della rubrica.
A presto ;D