LA MENTE UMANA – L'adattamento sensoriale

27 Dicembre 2011 0 Di Pier

Stasera parliamo dell’adattamento sensoriale. Mentre leggi questo post, la ventola del tuo pc sta facendo un lieve ronzio continuo, ma tu non ci fai caso. In effetti per quanto lieve è un rumore fastidioso, ma non te ne accorgi perché ti sei adattato ad esso. In realtà non ti rendi neppure conto della pressione dei gomiti sulla scrivania, del bagliore della lampada e perfino della pressione dei tuoi vestiti sulla pelle o del peso dei tuoi arti (ricordi la propriocezione?). Del flusso sensoriale che costantemente arriva al cervello, solo una parte viene percepita a livello consapevole, mentre una parte notevole viene ignorata.

Cos’è l’adattamento sensoriale?

In sintesi il nostro cervello tende a ignorare gli input costanti o prevedibili, da qualunque dei sette sensi essi provengano. Per esempio, in presenza di un cattivo odore dopo un certo tempo cessiamo di considerarlo, o viaggiando in treno in pochi minuti smettiamo di percepire il movimento del treno e il rumore delle rotaie.

Con il termine adattamento riassumiamo una serie di processi che possono riguardare sia le cellule sensoriali che i neuroni preposti all’elaborazione degli stimoli sensoriali. Un esempio tipico è l’affaticamento neuronale: soggetti a stimoli ripetitivi i neuroni smettono di reagire nello stesso modo. In realtà non si stancano, ma i canali di ioni della membrana che regola i cambiamenti elettrici all’interno della cellula si disattivano, ma stancarsi da l’idea di come funziona la cosa, non ti pare?

Un’altra forma di adattamento è l’assuefazione, la forma più elementare della memoria. In pratica quando lo stimolo si ripete la nostra reazione si indebolisce. Per esempio, la prima volta che ci tuffiamo nell’acqua fredda la sensazione sarà vivida e spiacevole, ma già la seconda volta l’esperienza ci apparirà più tollerabile.

Un altro esempio di adattamento che avviene non nel cervello ma direttamente nell’organo sensoriale è l’adattamento del sistema visivo a gradi diversi di luminosità. Lo puoi fare anche tu. Prima sosti in una stanza buia il tempo necessario per adattare gli occhi, poi entri in un’altra stanza illuminata tenendo aperto un solo occhio e infine torni nella stanza buia. Ti accorgerai che con l’occhio che hai tenuto aperto non ci vedrai nulla, ma l’occhio che hai tenuto chiuso ci vedrà benissimo. Prova a chiudere alternativamente gli occhi e ti renderai conto subito della cosa.

Aldilà dei singoli meccanismi, l’adattamento sensoriale ha uno scopo percettivo preciso: identificare e cancellare stimoli irrilevanti affinché possiamo percepire e concentrarci sulle informazioni importanti che ci provengono dal mondo intorno a noi. Per esempio ci permette di ignorare il rumore della televisione per ascoltare le parole del nostro partner o le grida dei vicini o il rumore sospetto al piano di sotto. Oppure ci permette di adeguarci al movimento costante come quello di una nave o di un autobus per poter continuare a muoverci senza troppe difficoltà.

L’adattamento è un aspetto chiave della ricalibratura costante che il cervello esegue senza sosta sui nostri sensi e i relativi sistemi sensoriali per garantire un’efficienza elevata.

La possibilità di ignorare una parte notevole del flusso di informazioni proveniente dai nostri sensi per poterci concentrare sugli eventi e i mutamenti del mondo intorno a noi, significa reazioni più pronte ed efficaci e quindi una maggiore sopravvivenza.

L’adattamento è una caratteristica della parte più evoluta del nostro cervello, mentre la maggior parte dei neuroni della parte più primitiva non si adatta agli stimoli e continua a reagire prontamente a certi tipi di stimoli, come quelli pericolosi determinati da oggetti in avvicinamento, come abbiamo visto nel precedente post della rubrica.

Vale la pena approfondire l’argomento, ma in un prossimo post. Stasera mi sono dilungato già troppo. Se hai domande o precisazioni non esitare a lasciare un commento.

Grazie dell’attenzione e a presto ;D