
LA MENTE UMANA – Il tatto e la vista
Stasera parliamo dell’interazione particolare che esiste tra il tatto e la vista.
Prova a guardare le tue mani mentre toccano qualcosa, la pelle del tuo braccio per esempio, o manipolano un oggetto. Cosa senti?
Proprio così, ti sembra di provare sensazioni più intense. Osservare la propria pelle la fa diventare più sensibile.
Ma perché accade?
E come?
Esperimenti condotti a proposito sugli esseri umani hanno confermato questo fenomeno: a una serie di volontari hanno chiesto di giudicare se quelle che sentivano premere contro la pelle dell’avambraccio fossero una o due bacchette. Gli studiosi hanno osservato che se le persone guardavano il braccio (non nel momento del contatto con le bacchette), queste dimostravano una maggiore sensibilità, inoltre sorprendentemente se guardavano il braccio attraverso una lente di ingrandimento la sensibilità raddoppiava.
Quindi l’attenzione visiva alla pelle migliora la sensibilità del tatto, anche se non vediamo quello che accade nella pelle e in fondo non sembra esserci necessità di una interazione di questo tipo tra vista e tatto. In realtà noi siamo animali visivi, come abbiamo già visto in altre occasioni, la vista è il senso principale della nostra specie e ad essa ci affidiamo costantemente per valutare l’ambiente circostante e gli eventi attorno a noi, ma questi di solito lanciano input a diversi sensi contemporaneamente e il cervello ha imparato a gestirli.
Come? Cosa accade nel cervello?
I dati del tatto proveniente dalla pelle del tutto il nostro corpo vengono indirizzati alla corteccia parietale, cioè allo strato esterno del cervello, più o meno nella parte alta e posteriore del cranio, in una zona chiamata corteccia somasensoriale primaria. Quest’area cerebrale è specializzata nel creare una mappa dell’intera superficie del nostro corpo ed è composta anche da neuroni multisensoriali, cioè neuroni che reagiscono quando ricevono stimoli sia visivi che tattili, mentre non reagiscono quando gli stimoli sono discordanti.
Cioè oltre alla mappa tattile classica abbiamo una sottorete neurale che elabora i dati multisensoriali e li integra nella mappa corporea. E’ per questo che osservare la nostra pelle la fa diventare più sensibile: quando guardiamo attiviamo dei neuroni in più.
Perché guardare la pelle ingrandita fa aumentare ancora di più la sua sensibilità?
Il fenomeno sfrutta la capacità di adattamento dei neuroni della nostra mappa corporea. Questi si adattano velocemente ridistribuendosi ad altre aree della mappa corporea: per esempio, dal dentista ci viene fatta un’anestesia e parte della pelle del volto perde sensibilità, i neuroni relativi andranno velocemente a distribuire le loro funzioni, reagendo a stimoli proveniente da aree adiacenti della pelle. Con la lente di ingrandimento, la maggiore risoluzione della vista fa ridistribuire le risorse adibite alla sensibilità tattile, concentrandole e aumentando la sensibilità.
Questa integrazione tra vista e tatto è anche uno dei motivi per cui ci piace guardare le cose che facciamo con le mani, non serve solo a vedere quello che sta succedendo, ma intensifica la percezione degli altri sensi. Sì, hai capito bene, degli altri sensi. Lo stesso fenomeno riguarda anche gli altri sensi, per esempio l’udito. Guardare quello che ascoltiamo o chi ascoltiamo fa aumentare la nostra sensibilità uditiva.
Non è straordinario?
Lo penso anch’io.
Grazie per avermi seguito fino a qui.
A presto ;D
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