LA MENTE UMANA – Il senso dell'udito e il senso del tempo

22 Ottobre 2011 0 Di Pier

Nel post “I sette sensi” (qui e qui) abbiamo descritto le nostre fonti di informazioni primarie, i sensi, e tra questi l’udito. Se ricordi dicevamo che, il suono non è altro che un flusso di onde sonore, cioè di onde di energia generate dalla vibrazione di un corpo che si propagano attraverso l’aria e hanno frequenze percepibili dall’orecchio umano, l’organo preposto a udire. Quando le onde sonore colpiscono il padiglione auricolare, vengono convogliate nell’orecchio interno, amplificate e trasformate in impulsi elettrici (il linguaggio del cervello) dalla coclea. Attraverso il nervo acustico, gli impulsi raggiungono quell’area del cervello che si occupa di tradurli in informazioni comprensibili.

Semplice e meraviglioso, no?

In realtà questo senso va oltre al semplice “udire” e soprattutto è molto diverso dalla vista. Noi siamo animali visivi, non c’è dubbio, siamo stati selezionati in questo modo attraverso la nostra evoluzione, ma con l’udito integriamo la nostra percezione visiva e risolviamo parte delle sue limitazioni. Un esempio lampante è che l’udito ci permette di controllare costantemente l’ambiente intorno a noi a 360° gradi, mentre la vista ha un campo di visione limitato.

Come pensi sarebbe la nostra visione della realtà senza l’udito?

Immagina di vedere un film senza audio. Come ti sembrerebbe? Normalmente non ci rendiamo conto dell’importanza della “colonna sonora” della nostra vita, ma un audioleso ci direbbe quanto la vita sia diversa e limitata senza l’udito.

Torniamo al confronto tra vista e udito: in molti pensano che le orecchie e gli occhi e i rispettivi sistemi cerebrali funzionino in modo simile, ma è così?

Tu cosa ne pensi?

Luce e suono sono stimoli profondamente diversi: la luce tende ad essere continua e onnipresente, mentre il suono si genera quando uno o più oggetti si spostano, vibrano, si scontrano, si rompono, eccetera. Non a caso l’udito è il primo dei sensi che sviluppiamo nel ventre materno e le regioni cerebrali responsabili dell’udito sono le prime a terminare il processo di sviluppo, mentre il sistema visivo completa il suo sviluppo mesi dopo la nascita. Inoltre l’udito è l’ultimo senso ad abbandonarci quando perdiamo conoscenza e il primo a essere ripristinato quando riprendiamo conoscenza.

La caratteristica più straordinaria dell’udito che lo differenzia di più dalla vista è la percezione temporale degli eventi. Quando vediamo un film in realtà vediamo una sequenza di immagini separate, ma se la proiezione è di 25 immagini al secondo o più noi non la percepiamo come sequenza ma come un flusso continuo. Il nostro udito invece è capace di percepire sequenze sonore quattro volte più veloci ed anche di più prima che la sequenza inizi ad apparirci come un flusso sensoriale continuo.

Come è possibile?

Per quanto riguarda la vista, abbiamo visto come l’impulso luminoso colpisce la retina e attraverso un processo chimico viene trasformato in impulso elettrico e inviato al cervello. Nell’orecchio le vibrazioni sonore viaggiano attraverso il canale auricolare, poi attraverso il timpano e gli ossicini dell’orecchio interno fino alla coclea, un osso con la forma del guscio di lumaca e dalle caratteristiche straordinarie.

Al suo interno si trova la membrana basilare, che grazie alla sua forma vibra a frequenze diverse in punti diversi della sua superficie. E’ qui che i suoni sono trasformati in impulsi elettrici tramite un processo meccanico. La membrana basilare è ricoperta di recettori chiamati cellule ciliate, in quanto sono ricoperti di peli a loro volta collegati a filamenti. Quando la membrana si muove i filamenti si tendono e aprono piccoli canali sulla superficie dei peli, permettendo a certi atomi presenti nel fluido circostante di entrare nelle cellule cigliate e generare l’impulso elettrico.

Anche i movimenti più piccoli possono determinare una reazione, per questo possiamo sentire suoni a frequenze anche molto basse e percepirne ogni singolo impulso. Mentre in presenza di suoni ad alte frequenze riusciamo a valutare l’intensità media degli impulsi. Inoltre le cellule cerebrali del sistema uditivo sono in grado di attivarsi più frequentemente degli altri neuroni, fino a cinquecento volte al secondo. Tutto questo ci permette di percepire e trarre informazioni da frequenze molto diverse, dai 20 a 20000 Hz (battiti al secondo). Tra queste informazioni c’è quella della collocazione temporale delle onde sonore, su cui si basa la nostra sensibilità temporale. Ebbene un orecchio allenato arriva a percepire interruzioni in suoni di un millesimo di secondo, un trentesimo del tempo che ci è necessario per percepire un’immagine. Non a caso reagiamo a un impulso sonoro minaccioso prima ancora di vedere l’effettiva minaccia.

Riassumendo possiamo dire che con la vista percepiamo dove sono le cose, ma con l’udito capiamo quando si verifica un evento.

In realtà il nostro senso dell’udito fa molto altro, ma stasera ci siamo dilungati molto, quindi ne parleremo nei prossimi post sull’argomento.

Mi scuso per i particolari “tecnici”, ma non è stato così drammatico, vero?

Una domanda per te prima di lasciarci: come cambierebbe la nostra percezione del tempo senza il senso dell’udito?

A presto ;D