LA MENTE UMANA – gli oggetti ci chiamano

10 Luglio 2011 0 Di Pier

 
Le prime volte che abbiamo a che fare con un oggetto, lo studiamo, lo tocchiamo, lo manipoliamo arriviamo perfino a pensarlo. D’altra parte nella vita di tutti giorni, se dobbiamo prendere o usare un oggetto, per esempio una tazza, non facciamo nulla di quanto descritto sopra, lo prendiamo e basta. Un gesto automatico e la mano impugna il cacciavite, un altro e stringiamo la chitarra nel modo giusto, tutto senza sforzo, in modo naturale ed efficiente.

Come è possibile questo?

Ebbene la nostra mente associa all’immagine delle cose l’azione o la serie di azioni con cui noi le utilizziamo, e lo fa in modo talmente profondo e diretto alla memoria dell’utilizzo che la semplice vista degli oggetti evoca un determinato movimento.

Quando sei stanco o distratto o quando vai di fretta, non ti capita di prendere o usare un oggetto senza pensarci? Questo accade perché la vista dell’oggetto, anche fuori dalla nostra attenzione evoca l’immagine del gesto e noi siamo spinti a farlo quel gesto o a prendere l’oggetto. E’ come se ci chiamasse.

Questa capacità è stata premiata dalla selezione naturale proprio per gli evidenti vantaggi che offre: ci consente di reagire agli oggetti intorno a noi in modo rapido ed efficace lasciando che la mente si concentri sulle cose importanti, sull’obbiettivo di quello che stiamo facendo. Pensa a quando cucini o sistemi la moto o il pc, o a qualunque cosa che richiede strumenti e attrezzi. Pensa a come riesci a utilizzarli con un minimo sforzo mentre pensi alla riparazione o agli ingredienti della ricetta.

Come riesci a farlo?

Il tutto parte dai nostri occhi, le informazioni visive vengono spedite a diverse aree del cervello sotto forma di segnali elettrici e questo elabora a livelli diversi e in modo diverso il riconoscimento dell’oggetto (il cosa), il dove si trovi nello spazio, come possiamo utilizzarlo e altro ancora. Ebbene il come usare un oggetto non viene affidato a un’elaborazione superiore, ma registrato nella nostra memoria e legato strettamente all’aspetto dell’oggetto. Dopo le prime esperienze avremo la sottile sensazione che quell’oggetto ci attiri, proprio perché l’immagine ne evoca quasi istantaneamente e modo inconscio l’azione per il suo utilizzo.

Questo però ha risvolti interessanti che dobbiamo conoscere. La scienza ha dimostrato che la semplice vista di un oggetto è sufficiente a migliorare i nostri tempi di reazione. D’altra parte, ha anche dimostrato che la sua posizione in relazione alla nostra mano dominante può influenzare la nostra risposta e che il modo con cui si afferra un oggetto, quindi la sua forma, può influenzare il giudizio che diamo su di essi.

Tirando le somme, abbiamo scoperto di possedere un altro automatismo, un sistema di gestione motorio relativo all’uso degli oggetti che migliora la nostra efficienza ed efficacia, ma che è capace di influenzare il nostro giudizio percettivo e di indurci a interagire anche se non c’è ne la necessità.

A presto ;D

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