
La democrazia e l’unione europea
Nel post “l’Italia non è una democrazia” ho ribadito che l’Italia non è più una democrazia per diversi motivi:
- perché il voto è diventato solamente un rito di conferma delle classi politiche scelte da altri, dai segretari di partito e da chi li influenza. Non a caso le ultime leggi elettorali sono state dichiarate incostituzionali dalla Corte Costituzionale e quindi illegittime, come illegittimi sono i parlamenti, i governi e le cariche assegnate da quest’ultimi;
- perché la classe politica non è scelta dai cittadini, ma dalle élite e dall’establishment italiano e Usa, da organismi privati quali la trilaterale e dall’Ue. Una selezione che parte dalle università, penetrate e presidiate dai sostenitori delle ideologie dominanti, volute dall’establishment, per arrivare ai partiti sempre affamati di soldi e finanziati da chi controlla l’economia;
- perché la classe politica e le istituzioni statali di oggi disattendono la Costituzione, la norma che regge la repubblica democratica italiana e che regola la società e la convivenza dei cittadini; cioè non la rispettano, non la applicano e tentano di modificarla o di distorcerla nelle interpretazioni;
- perché l’Italia ha ceduto la sovranità monetaria alla banca centrale europea, nonostante la costituzione non permette di cedere la propria sovranità, ma solo di limitarla fra pari;
- perché l’Italia è entrata nell’unione europea e così facendo ha accettato che i trattati abbiano più autorità della Costituzione, violandola;
- perché la classe politica e gli intellettuali italiani hanno fatto propria l’ideologia liberista. Il liberismo oltre a essere una pessima teorica economica, è anche distruttivo socialmente e politicamente non democratico, crea sempre disparità, povertà e sofferenza sociale;
In realtà c’è un’altra ragione per cui si può affermare che l’Italia non è più una democrazia: perché l’Unione Europea di cui fa parte l’italia non è un’istituzione democratica, come molti costituzionalisti ed esperti dichiarano. Per esempio vedi “Il declino della democrazia in europa”.
È veramente così?
A proposito vorrei riportare alcune famose affermazioni o dichiarazioni di diversi esponenti politici e figure chiave dell’Unione Europea:
- “Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno.”
detto da Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, in un’intervista al DerSpiegel (52/1999).
- “La ragione per cui abbiamo bisogno dell’Unione europea è proprio perché non è democratica. Lasciati a se stessi, i governi eletti potrebbero arrivare a fare ogni sorta di cosa semplicemente per guadagnare voti. I governi democratici non hanno sempre ragione, se i governi democratici avessero avuto sempre ragione non avremmo la situazione che abbiamo oggi: le decisioni adottate dalle istituzioni più democratiche del mondo sono spesso molto sbagliate. Questa è stata, in larga misura, la logica e l’obiettivo principale per l’unificazione europea. I padri fondatori avevano attraversato la Seconda Guerra Mondiale e ne sono usciti con una visione stanca di democrazia. Così hanno deliberatamente progettato un sistema in cui il potere supremo è esercitato da commissari nominati che non hanno bisogno di preoccuparsi dell’opinione pubblica. Essi – i padri fondatori – credevano che il processo democratico a volte ha bisogno di essere guidato, temperato, vincolato.”
dichiarazioni di Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea, pubblicato nell’ottobre 2010 sul Daily Telegraph in un articolo titolato “The EU is an antidote to democratic governments, argues President Barroso” di Daniel Hannan, poi rimosso (ma citato in “Europe’s path to crisis: Disintegration via monetary union”).
- “il Trattato di Maastricht «non fu un qualcosa di molto democratico» dal momento che – afferma – «abbiamo minuziosamente dimenticato di includere l’articolo per uscire da Maastricht […] Non è stato molto democratico, naturalmente, ma è stata un’ottima garanzia per rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti».”
detto da Jacques Attali, consigliere economico di Fancois Mitterand e uno dei padri fondatori dell’euro, durante una conferenza a l’Université Participative sulla crisi dell’euro nel 2011.
- “Ci siamo illusi che la gente si rassegnasse a un welfare smontato a piccole dosi, un ticket in più, un asilo in meno, una coda più lunga…”
di Romano Prodi, ex–premier italiano in una intervista per Repubblica
- “Sono sicuro che l’euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile, ma un bel giorno ci sarà una crisi e si creeranno i nuovi strumenti.”
di Romano Prodi in un’intervista al Financial Times il 4 Dicembre 2001
- “La costruzione europea è una rivoluzione, anche se i rivoluzionari non sono dei cospiratori pallidi e magri, ma degli impiegati, dei funzionari, dei banchieri e dei professori. […omissis…] L’europa non nasce da un movimento democratico. […omissis…] Tra il polo del consenso popolare e quello della leadership di alcuni governanti, l’Europa è nata seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di dispotismo illuminato.”
detto da Tommaso Padoa Schioppa ex ministro dell’economia sul n. 87/1999 della rivista francese Commentaire
- “Essi [i leader europei] hanno deciso che il documento avrebbe dovuto essere illeggibile. Essendo illeggibile allora non sarebbe stato costituzionale […] Se fosse stato comprensibile, ci sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum, perché avrebbe significato che c’era qualcosa di nuovo [il riferimento qui è alla Costituzione Europea bocciata nel 2005, nda]. I primi ministri non produrranno niente direttamente perché si sentono più al sicuro con la cosa illeggibile. Essi possono presentarla meglio, in modo da evitare pericolosi referendum.”
detto da Giuliano Amato, commentando la riscrittura del Trattato di Lisbona, al Centre for European Reform di Londra nel 2007
- “Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. […] Abbiamo bisogno delle crisi, come il G20, come gli altri consessi internazionali per fare passi avanti. Ma quando una crisi sparisce, rimane un sedimento, perché si sono messe in opera istituzioni, leggi, ecc., per cui non è pienamente reversibile.”
detto da Mario Monti, ex primo Ministro italiano a un convegno presso l’università LUISS nel 2001
- “Perché, tutto sommato, alle istituzioni europee interessava che i Paesi facessero politiche di risanamento. E hanno accettato l’onere dell’impopolarità essendo più lontane, più al riparo, dal processo elettorale. Solo che questo un po’ per volta ha reso grigia e poi nera l’immagine dell’Europa presso i cittadini”.
detto da Mario Monti, ex primo Ministro italiano in un’intervista pubblicata su un saggio di Federico Rampini del 1998
- “Ci si può addirittura chiedere se la democrazia come noi oggi la conosciamo e l’integrazione internazionale siano ancora compatibili.”
detto da Mario Monti, ex primo Ministro italiano, in un’intervista del 2015 a Stradeonline
- “Sapevo che non avrei mai potuto vincere un referendum in Germania. Avremmo perso il referendum sull’introduzione dell’euro. Questo è abbastanza chiaro. Avrei perso sette a tre. Nel caso dell’euro sono stato come un dittatore.”
detto da HELMUT KOHL ex cancelliere tedesco ed ex presidente del Consiglio Europeo in un’intervista al Telegraph del 2013
- “È molto difficile licenziare i lavoratori in Europa [omissis…] L’euro sta facendo bene il suo lavoro quando la crisi colpisce [omissis…] L’aver rimosso i controlli di un governo sulla moneta sta evitando che piccoli e fastidiosi funzionari eletti dal popolo utilizzino gli strumenti monetari e fiscali keynesiani per tirare fuori una nazione dalla recessione [omissis…] Si deve lasciare la politica monetaria fuori dalla portata dei politici [omissis…]. Senza poter manovrare la politica fiscale, l’unico modo con cui le nazioni possano sostenere il livello occupazionale è dare spazio alla concorrenza riducendo le norme in materia di business.”
detto da Robert Mundell, premio nobel per l’economia nel 1999, uno dei più influenti teorici dell’architettura della moneta unica europea, durante un colloquio con Greg Palast nel 2008
E potremmo continuare a lungo.
Tu cosa ne pensi?
L’Ue è un’istituzione democratica? L’Ue è stata progettata per essere un’istituzione democratica? L’Ue è gestita in modo democratico?
Se consideriamo che la democrazia è “la forma di governo in cui il potere viene esercitato dal popolo tramite rappresentanti liberamente eletti”, io direi non proprio. Altre conferme ne troviamo analizzando i ruoli, le modalità di formazione e le competenze dei diversi organi dell’UE. Per non parlare della Bce che controlla le politiche monetarie dell’UE.
Se vuoi dirmi cosa ne pensi non esitare a lasciare un commento. Grazie.
A presto ;D
Avendo fatto un’unione monetaria ma non politica il potere è tutto della finanza che, per definizione, non persegue la qualità della vita dei cittadini europei ma il profitto economico per mantenere l’euro forte. Per una unione politica è fondamentale che il Parlamento europeo sia votato-eletto dai cittadini europei, prima nella propria nazione e poi in sua rappresentanza nel Parlamento EU con votazione di tutti cittadini europei . Per governare il “libero mercato” è indispensabile convenire un grado comune di benessere economico-sociale ( con rapporto tasse/servizi virtuoso) comune agli europei da sottoporre al voto di tutti i cittadini europei. Una nazione non può non rispettare i parametri europei comuni del detto benessere ai propri cittadini e il Parlamento Europeo eletto, nei due passi, da tutti i cittadini europei, commissaria a breve termine la nazione inadempiente verso i propri cittadini (due anni?) e si stabiliscono a breve termine nuove elezioni politiche all’interno di quella nazione che sarà in “prova di autonomia politica” per altri (due?) anni. Con questo sistema penso che l’EU lavorerà per “livellare” verso l’alto il benessere completo di tutti i cittadini europei che votano. In breve penso che il benessere dei cittadini debba venire prima di quello della moneta e perciò occorre un Parlamento europeo democraticamente eletto dalla maggioranza di tutti i cittadini europei
[…] E ora è il tempo dell’UE stessa: hanno deciso che il web deve essere controllato e metteranno in piedi una rete di addetti al controllo e alla censura delle informazioni false. Ma chi sono e come decideranno che le informazioni sono false? Poi in nome di chi, visto che l’UE non è un’istituzione democratica. […]