Internet non è più libera

Internet non è più libera

27 Aprile 2018 0 Di Pier

Stasera parliamo della libertà su internet. Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito a un vorticoso sviluppo delle attività in rete, attività degli utenti sempre più numerosi, attività delle aziende piccole e grandi, ma anche attività de governi.

Abbiamo visto la nascita e lo sviluppo dei giganti del web che ben presto si sono trasformati in colossi e monopoli o oligopoli ristretti, abbiamo assistito ai cambiamenti delle abitudini delle persone, alla diffusione capillare attraverso i dispositivi mobili, agli effetti della digitalizzazione sulla vita e sul lavoro, al grande fenomeno della raccolta dei big data, cioè dei nostri dati personali su cui le aziende guadagnano e con cui governi ci controllano.

D’altra parte internet ha permesso la diffusione e la condivisione della conoscenza, di idee e dell’informazione alternativa a quella dei media allineati. Internet ha reso più sole le persone, allontanandole, ma nello stesso tempo le ha avvicinate, permettendo di comunicare a distanza planetaria.

Però l’era del web libero è finita.

Nel 2005 a Tunisi, l’Onu ha dato vita all’Internet governance forum, un appuntamento mondiale in teoria aperto a tutti gli utenti Internet, durante il quale confrontarsi sulla rete e sui cambiamenti che comporta a livello globale. Questo “parlamento” si è riunito 12 volte, ma si è rivelato ben presto un tavolo dove dominano gli interessi commerciali e geopolitici dei grandi attori privati e pubblici, interessati più a sfruttare e dominare l’enorme potenziale della rete globale.

Se andiamo a vedere i fatti, la realtà è che stati, corporations, potenze mondiali e aziende non sono interessate a una rete libera, o quantomeno alla possibilità di garantire ovunque e a tutti almeno alcuni dei diritti fondamentali dell’uomo, come il diritto all’informazione e alla libertà d’espressione. Questo soprattutto alle moltitudini che ancora oggi non li possono esercitare (donne, minoranze sociali e politiche, attivisti, ambientalisti, pacifisti).

Qualche esempio:

  1. Is the INSCOM (U.S. Army Intelligence & Security Command) working on a PSYOPS software?
  2. Internet, ecco dove si censura e perché
  3. Usa, i piani della Casa Bianca per controllare il mondo digitale
  4. Russia: parte il blocco di Telegram
  5. Il Regno Unito vuole una backdoor in WhatsApp
  6. Allarme Ue, ‘fake news reale minaccia a stabilità della società’
  7. Censura su internet: cosa sta succedendo in Cina

Potremmo continuare a lungo, soprattutto sul tema Fakenews. Come abbiamo già visto in altri post, il declino dei media occidentali, accentrati in poche mani privati o nelle mani della politica, si sono trasformati in organi di propaganda che manipolano l’informazione per distorcere la visione della realtà dei cittadini allo scopo di garantirsene il sostegno con l’inganno o di spingerli a scelte sbagliate.

Abbiamo visto come i media abbiano trattato le ultime elezioni Usa, il referendum in Italia, la guerra in Siria, gli attentati in Europa, le accuse alla Russia, il caso Skripal in Uk, i reati dei migranti economici e molto altro ancora.

La possibilità per i cittadini di informarsi in rete presso fonti alternative non allineate e di discutere le informazioni, ha ridotto l’efficacia della propaganda e della distorsione dei media allineati e ha causato una perdita irreversibile di credibilità. Media e istituzioni che mentono e distorcono l’informazione sono sempre più esposti e meno credibili agli occhi del mondo.

La guerra alle fakenews è stata lanciata dalle istituzioni per fermare questo declino e per censurare le fonti di informazione alternative. Appellandosi alle molte stupidaggini e falsità che circolano in rete, il precedente governo italiano ha messo in piedi una squadra di controllo delle fakenews. Il primo germoglio del ministero della verità orwelliano, come se qualcuno possa decidere cosa è vero e cosa no.

Citando le parole di Marcello Foa: “la guerra alle fakenews ha un solo scopo: legittimare l’introduzione della censura, limitare l’impatto e la diffusione di idee non mainstream, naturalmente negando che di censura si tratti. Ma così sarà: non c’è vera democrazia quando qualcuno si arroga il diritto di decide cos’è vero e cos’è falso”.

La Germania ha fatto una cosa simile: ha emanato una legge per colpire i social per i contenuti offensivi e costituito una squadra del ministero della giustizia per applicarla. Un modo per generare pressione sulle grandi aziende del web, affinché facciano censura sugli utenti. E gli effetti si sono già visti, con la censura di siti di informazione insieme ad altri meritevoli di provvedimenti, in Italia Byoblu, con la censura dei video scomodi su youtube, con l’introduzione dello shadowbanning, la censura nascosta, sui social.

E ora è il tempo dell’UE stessa: hanno deciso che il web deve essere controllato e metteranno in piedi una rete di addetti al controllo e alla censura delle informazioni false. Ma chi sono e come decideranno che le informazioni sono false? Poi in nome di chi, visto che l’UE non è un’istituzione democratica.

Internet è ormai diventato terreno di scontro degli interessi dei grandi attori privati e pubblici, interessati soprattutto ai nostri dati e al controllo dell’informazione. La libertà in rete non è più garantita e ben presto ne saremo tutti amaramente consapevoli.

A presto ;D27