In Italia non c’è libertà di stampa

In Italia non c’è libertà di stampa

15 Febbraio 2015 0 Di Pier

E’ proprio così: in Italia non c’è libertà di stampa.

Lo conferma Reporter sans frontieres, l’associazione internazionale che ogni anno pubblica un rapporto sulla libertà di informazione nel mondo. Nel rapporto per il 2014 ha retrocesso l’Italia al 73° posto, di oltre venti posizioni rispetto al 2013.

Come si legge nel rapporto i motivi sono le sempre più frequenti intimidazioni che i giornalisti subiscono, da parte di organizzazioni criminali, come mafia, camorra e ‘ndrangheta, che non esitano a usare minacce e violenza per chiudere la bocca ai giornalisti, ma anche da parte di politici e imprenditori che non esitano a usare la querela come strumento intimidatorio.

Intimidazioni e violenza si aggiungono alle interferenze della politica sulla Rai, alla mancanza di serie norme Antitrst, alla corruzione dilagante confermata da Transparency International, fino al macroscopico problema del conflitto di interessi. Nel nostro paese i media, radio, tv e giornali appartengono a privati, partiti, associazioni di categoria, industriali, banche e lobby. Chi più chi meno hanno tutti interesse nell’influenzare l’informazione che i media diffondono e il risultato è quello che vediamo: media allineati servi della politica e del potere in tutte le sue forme, che non esitano a manipolare l’informazione fino a mentire senza ritegno.

In Italia non si parla dei fatti, ma di interpretazioni di essi e di opinioni su di essi e si fanno circolare solo le informazioni che fanno comodo all’establishment. Il declino è tangibile, la svolta autoritaria di una classe politica non eletta e illegale fa presagire solo il peggio.

Per esempio, è probabile che la nuova legge sulla diffamazione miri a introdurre norme discutibili e di difficile applicazione in materia di rettifica, di diritto all’oblio, di entità delle sanzioni pecuniarie, con lo scopo ultimo di stringere ancora di più il bavaglio sulla bocca dei giornalisti.

Qui puoi trovare l’appello di Stefano Rodotà, che Articolo 21 e molti altri hanno firmato. Ti invito a leggerlo per comprendere la situazione e, se vuoi, per firmarlo, per unire la tua voce a quella degli altri.

Grazie e a presto ;D