
Il giornalismo e la produzione dell’informazione
Nel post “Il giornalismo e l’informazione” abbiamo parlato di “giornalismo” e della distribuzione e produzione dell’informazione attraverso i media di massa.
Riassumendo, i giornalisti sono protagonisti del processo di informazione di noi cittadini, sono gli operatori dei media di massa, sono coloro che si pongono tra la fonte e il destinatario dell’informazione. Da loro dipende la qualità dell’informazione che riceviamo.
Il processo informativo ha tre protagonisti: la fonte, il mediatore e il destinatario dell’informazione. Le fonti sono l’origine dell’informazione, il mediatore è il giornalista che racconta il fatto (e il medium, lo strumento con cui lo racconta), il destinatario siamo noi che ci aspettiamo di avere informazione di qualità per accrescere la nostra conoscenza, per sapere come migliorare la propria vita o per soddisfare la propria curiosità. Il destinatario è il fine dell’informazione, o così dovrebbe essere.
La produzione dell’informazione avviene attraverso la raccolta e il controllo delle informazioni, la selezione dell’informazione e la gestione dell’informazione.
Il giornalista può cercare direttamente le informazioni o può ricevere le informazioni dalle fonti primarie o secondarie. Le fonti possono essere istituzionali (polizia, autorità amministrative, ministeri, portavoce di cariche pubbliche, organismi internazionali, conferenze stampa, uffici stampa, ecc), grandi fonti private (uffici stampa e portavoce di associazioni di categorie, aziende, organizzazioni private, multinazionali, ecc), fonti locali, altri media o giornalisti, o testimoni e protagonisti di eventi.
Il giornalista è responsabile della veridicità ed esattezza delle informazioni, deve controllarle e nel farlo il primo passo è la valutazione dell’attendibilità delle fonti.
Il giornalista seleziona le informazioni secondo la linea editoriale della testata in cui opera e gli interessi del pubblico a cui si rivolge. Infine il giornalista comunica l’informazione nei limiti del mezzo di comunicazione, rispettando i registri comunicativi del pubblico e lo spazio stabilito/concesso, generando una sintesi che può incidere sulla completezza, sul significato e il contenuto della notizia.
Fatti e notizie
Non tutte le informazioni e i fatti sono notizie per noi utenti. Il giornalista vaglia e riconosce le notizie attraverso la valutazione della valenza informativa del fatto e attraverso i suoi elementi: il cosa (l’oggetto del fatto), il chi (i soggetti coinvolti), il dove (il luogo del fatto), il quando (il momento del fatto), il perché (i motivi) e il come (il modo).
Un fatto può essere una notizia se almeno uno degli elementi ha un “peso” significativo, se ha importanza per gli utenti. L’informazione non coincide necessariamente con le news della cronaca, né deve contenere sempre la novità, buona parte dell’informazione giornalistica è un flusso di informazioni concrete, utilizzabili giorno per giorno per risolvere i problemi (salute, lavoro, risparmio, scuola, vitto, eccetera) e migliorare la qualità della vita.
Come si comunica la notizia?
Il fatto si può raccontare in molti modi diversi, tenuto conto del pubblico, delle tecniche di espressione e dello spazio disponibile. E con risultati ed effetti molto diversi. In teoria la scrittura delle notizie deve seguire precise regole di correttezza, sia a livello linguistico che concettuale.
Quali sono queste regole?
- La notizia deve essere raccontata con un linguaggio comprensibile dal pubblico al quale ci si rivolge.
- La notizia deve essere scritta in modo da raggiungere la piena comprensione del fatto da parte dell’utente.
Per ottenere questo si devono sfruttare tutti gli strumenti e gli artifici, come i titoli, la punteggiatura, le immagini, i grafici, pronuncia, uso delle pause, gestione dell’immagine e così via.
Un esempio classico di strumento è il titolo delle notizie, stampato sopra il pezzo sui quotidiani o annunciato alla radio o in sovraimpressione all’inizio o durante un telegiornale. Il titolo dovrebbe essere chiaro e comprensibile, dovrebbe evidenziare e segnalare il fatto e talvolta categorizzare la notizia.
Il discorso diventa più articolato per la titolazione dei quotidiani e della stampa in generale, che segue criteri di titolazione più complessi, di solito applicati non dal giornalista che ha scritto il pezzo, ma da un titolista d’intesa col grafico.
Un altro esempio di strumento efficace nella comunicazione è l’impiego della grafica nella carta stampata o degli effetti visivi nei video e nelle trasmissioni televisive, molto efficaci nell’attirare l’attenzione dell’utente, ma anche per distrarre dai contenuti.
L’attenzione del lettore/ascoltatore/spettatore è diventata negli ultimi anni il limite dei flussi informativi. Con lo sviluppo tecnologico, pc, internet, smartphone e via dicendo, si è determinato un forte aumento delle fonti di informazioni, ma anche dei metodi di raccolta e delle tecniche di produzione, degli strumenti di distribuzione e di fruizione dell’informazione.
Per esempio internet, come strumento di distribuzione condivisa, ha reso possibile:
- la raccolta diretta delle informazioni dalle fonti (primarie, secondarie, nuove, minori, ecc);
- una rapida trasmissione e distribuzione delle informazioni anche a lunga distanza;
- la moltiplicazione dei soggetti in condizioni di produrre informazione (vedi per esempio la nascita di “blogger” e “citizen journalist”).
Le nuove tecnologie e i cambiamenti della società hanno modificato e stanno modificando la domanda e l’offerta di informazione.
La domanda chiede di essere soddisfatta quando si vuole (cioè in ogni momento della giornata, tutte le volte che se ne ha bisogno), dove si vuole (cioè senza vincolo di sede: a casa, in ufficio, in strada, in auto, in treno, in aereo), come si vuole (cioè con qualsiasi strumento di fruizione: pc, telefonino, radio, tv). E questa domanda ha influenzato e sta influenzando l’offerta costringendola a soddisfarne le richieste, adeguandosi ai tempi e ai modi di fruizione richiesti, ma anche alle diverse esigenze informative.
Viceversa l’offerta ha subito negli ultimi decenni una crescente influenza da parte dei gruppi di interesse e di influenza, sia di carattere politico che economico. La maggior parte dei grandi media sono stati acquistati e si sono accentrati nelle mani di pochi grandi gruppi, sia a livello internazionale che nazionale. Grandi gruppi il cui interesse centrale non è la produzione o distribuzione dell’informazione, ma altro e per cui i media sono strumenti di influenza e di manipolazione della visione della realtà degli utenti.
Più si sa, più si è liberi, più si è efficienti, ma meno si è influenzabili e manipolabili.
Il sistema dei media tradizionali (stampa, radio, tv) è in crisi, i cambiamenti delle tecnologie sono così rapidi che è difficile prevederne il futuro. Se da un lato l’informazione televisiva sembra destinata a dominare ancora a lungo l’attenzione e le coscienze, già mostra però i primi segni di cedimento di fronte ai nuovi media. L’informazione online sta prevalendo in ragione della crescente informatizzazione della società, un’informazione multimediale, ipertestuale, personalizzata, interattiva. La carta stampata mostra evidenti segni di declino, con un calo sempre più marcato dei lettori, legato non solo all’informatizzazione della società e alle nuove tecnologie, ma anche a una crescente perdita di credibilità, determinata dal crescente riconoscimento delle manipolazioni dell’informazione che i media allineati continuano a realizzare per motivi politici e di interesse.
Il giornalismo dovrebbe attenersi ai fatti e saperli raccontare con chiarezza, ma in quanto mediatore dell’informazione e quindi protagonista nella definizione della visione della realtà dei destinatari, è oggetto di pressioni da parte della politica e dei gruppi di interessi che mirano a trarre vantaggio dalla manipolazione dell’informazione. Così è sempre stato, in misura diversa, ma oggi, grazie alla rivoluzione tecnologica e sociale in corso, è sempre più evidente questa “interferenza” nel processo di produzione e distribuzione dell’informazione.
Il web, che da un lato offre fonti e interpretazioni alternative e la possibilità di dire la propria, già mostra la sua vulnerabilità al controllo dei grandi motori di ricerca e dei canali dominanti di comunicazione e interazione (come i social) nelle mani di grandi aziende a loro volta interessate a influenzare il flusso informativo o oggetto dell’interesse e delle pressioni della politica e dei gruppi di interessi.
Si prospettano rapidi cambiamenti anche online su cui però è ancora difficile fare previsioni. In molti prevedono un web sempre più controllato e blindato, altri invece prevedono altre rivoluzioni tecnologiche e sociali che comporteranno cambiamenti profondi nel mondo della comunicazione e dell’informazione.
Una costante rimane ed è l’uomo, come protagonista, mediatore e fruitore. Attorno a lui gira il mondo dell’informazione, uno cambia quando l’altro cambia, uno cambia per le decisioni dell’altro.
Tu cosa ne pensi? Come vedi il futuro dell’informazione?
Spero che questo approfondimento ti sia d’ispirazione o d’ispirazione.
A presto ;D