I sette sensi – 2

22 Maggio 2011 0 Di Pier

 

Ricordate? L’informazione si acquisisce tramite i sensi. Nel post precedente (qui: I sette sensi – 1) ci siamo soffermati sul mezzo, i sensi, e su come l’informazione arriva al cervello e viene elaborata. Vediamo quei sensi su cui non ci siamo ancora soffermati.

Olfatto. Percepire odori significa riconoscere le sostanze volatili che entrano nel naso. Nella parte più alta del nostro naso, l’epitelio olfattivo interagisce chimicamente con le sostanze presenti nell’aria anche in quantità molto piccole e traduce l’informazione chimica in impulsi elettrici destinati al cervello. Questi raggiungono un’area speciale del cervello capace di interpretarli, hanno accesso privilegiato alla memoria e sono capaci di attivare ricordi remoti e le emozioni legati a essi.

Anche se consideriamo l’olfatto poco utile nel mondo moderno, in realtà è sempre attivo e capace di influenzare inosservato i nostri stati emotivi e le nostre scelte. In primo luogo nella scelta del cibo, senza l’olfatto a sostenere il gusto il cibo perderebbe molto del suo fascino, inoltre l’olfatto ci avverte se quel cibo è avariato, crudo o maturo, se siamo vicini a organismi in decomposizione, o in presenza di sostanze chimiche volatili e tossiche.

E’ uno dei sensi più attivi e importanti nelle prime fasi della vita di un essere umano e, nonostante non ne siamo pienamente consapevoli, è importante nei rapporti sociali. Secondo te, perché spendiamo tanto tempo e soldi per cancellare o coprire il nostro odore? Come tutti i mammiferi, noi esseri umani emettiamo odori e non solo attraverso il sudore, l’urina, le feci, secrezioni ed eiezioni varie. Abbiamo ghiandole che producono sostanze volatili che ci identificano (il nostro odore è unico) e che cambiano a seconda del nostro stato di salute, di quello che mangiamo (siamo quello che mangiamo, non dimenticarlo), delle medicine o delle droghe che assumiamo e di quello che proviamo: paura, gioia, rabbia, eccitazione e cosi via.

Gusto. Quando mangiamo o beviamo un fiume di particelle vengono a contatto con la lingua e con le papille gustative. Queste cellule specializzate interagiscono con sali, zuccheri, acidi e sostanze amare, i quattro gusti principali, e trasformano le reazioni chimiche in impulsi trasmessi attraverso i nervi della lingua fino al cervello.

Lo scopo principale del gusto è quello di riconoscere i cibi commestibili, non dimentichiamo che il modo più veloce per avere problemi di salute è quello di ingerire sostanze tossiche o nocive. Se l’olfatto non ci avverte, il gusto è l’ultima difesa. Il gusto in realtà lavora in concomitanza con l’olfatto e insieme riescono a stimolare il cervello in modi talmente profondi, nuovi o variegati, che anche quando la memoria inizia a cedere per l’età o per malattie, gli ultimi ricordi che rimangono sono quelli del piacere della tavola.

Tatto. Dopo la vista, il tatto è lo strumento principale di percezione del mondo attorno a noi e non a caso risiede nella pelle. In ogni sua parte, la pelle è dotata di cellule sensibili alla pressione che traducono il contatto in impulsi elettrici trasmessi al cervello attraverso i nervi. Oltre a queste, la pelle è dotata di cellule sensibili alla temperatura e al dolore che egualmente trasmettono impulsi al cervello se stimolate. Così sembra semplice, ma non lo è affatto.

Il tatto significa contatto, significa esperienza diretta, corpo a corpo, intimità. Chiudi gli occhi e immagina di non poter vedere. Come scopri il mondo intorno a te? Toccando gli oggetti, leggendone i contorni, toccando le persone, i volti, usando bastoni come prolungamento per percepire gli ostacoli sul tuo cammino. Ora apri gli occhi e pensa alle persone con cui hai contatti, che tocchi nella tua giornata, nella tua vita. Tua moglie, tuo marito, la tua fidanzata, tua madre, i tuoi figli, le tue amiche, i tuoi amici. Ora pensa a come li tocchi. Non parlo di sesso, intendo quando e come vi toccate. Toccarsi significa instaurare un contatto, un rapporto.

Ogni cultura ha regole leggermente diverse su come, chi e quando toccarsi, ma tutte hanno regole. Perché toccarsi per gli esseri umani è qualcosa di intimo. E’ permettere a qualcun altro di avvicinarsi tanto da poterti fare molto male.

Il tatto è fondamentale per la crescita di un bambino, sia come esperienza del mondo, sia come crescita emotiva, rapporto con i genitori e gli altri. Attraverso il contatto mirato si possono curare certe patologie, parlo di problemi psicologici ed emotivi. Il tatto ci fornisce esperienze che possono aprirci la mente e ampliare la nostra consapevolezza.

Senso dell’equilibrio. E’ il senso dell’orientamento spaziale, risiede nell’orecchio interno, in un organo chiamato labirinto. Attraverso l’analisi continua della posizione del liquido contenuto nei canali auricolari, il cervello conosce in ogni istante la posizione del corpo nello spazio, la direzione di ogni nostro movimento nello spazio e la posizione della testa.

Prova a mettere i piedi allineati uno davanti all’altro. Facile, no? Ora chiudi gli occhi. Senti i piedi che spingono a terra, senti la gravità, il tuo peso che si scarica giù, in basso. Sei ancora lì? Non hai ondeggiato o spostato un piede? Allora hai un buon senso dell’equilibrio.

Senza di esso non potremmo compiere neanche un passo. Il senso dell’equilibrio è basato sulla complessa interazione di diverse parti del cervello e del sistema nervoso, mirate a permetterci un libero movimento nello spazio intorno a noi, fino a giungere a straordinarie coordinazioni neuro-motorie e neuro-sensoriali.

Come fanno i funamboli a fare certi esercizi? Come riescono a camminare sulla fune? Non restare a guardarli a bocca aperta, chiediti come possono restare in equilibrio poggiando su pochi centimetri quadrati. Esatto! Attraverso l’esercizio continuo riescono a sviluppare una sensibilità straordinaria.

Propriocezione. Ecco il nostro settimo senso. Come avrai intuito dalla parola, è la percezione di se stessi, o sarebbe meglio dire è la percezione della posizione nello spazio dei nostri arti. Dov’è la tua mano in questo istante? Certo che la vedi. Primo, chiudi gli occhi, secondo, solleva la tua mano destra senza stringervi nulla. Ripeto la domanda: dov’è la tua mano in questo istante? Lì, certo. Naturalmente sai benissimo dov’è la tua mano, la questione è: come? Grazie alla propriocezione.

Speciali cellule (recettori) presenti nella pelle, nei muscoli e nei tendini comunicano di continuo al cervello la loro posizione e la pressione a cui sono soggetti, di conseguenza il cervello conosce la posizione e il movimento delle strutture muscolo-scheletriche.

Questo senso è strettamente legato al senso dell’equilibrio e la coordinazione dei due ci permette una gamma sorprendente di movimenti. Inoltre è legato anche al tatto e alla relativa sfera emotiva ed è una componente fondamentale della consapevolezza fisica di ognuno di noi. Mentre siamo consapevoli dei cinque sensi principali e parzialmente consapevoli del senso dell’equilibrio, tendiamo a ignorare questo senso, a considerarlo scontato.

Direi che abbiamo finito con i sensi. Non fate quelle facce, non è stato così drammatico. Potremmo approfondire molto l’argomento, ma per quanto possa essere interessante direi che non serve dilungarci.

Riassumendo, questi sono i sensi che madre natura ci ha donato, noi percepiamo la realtà attraverso loro: le informazioni arrivano dal mondo intorno a noi, passano attraverso i sensi e giungono al cervello, capace di elaborarle a velocità sorprendenti.

Vi offro una domanda: i sensi possono influenzare l’informazione che riceviamo? Ne possono modificare il contenuto?

A presto ;D

Ah, commentate gente, i commenti sono sempre graditi.