I sette sensi – 1

21 Maggio 2011 0 Di Pier

 

Nel post precedente relativo all’informazione ( qui ) abbiamo visto che in essenza l’informazione si acquisisce tramite i sensi.

L’uomo percepisce e definisce la realtà che lo circonda con i sensi che l’evoluzione gli ha fornito. Nello stesso modo acquisisce le informazioni: dalla visione della pioggia fuori dalla finestra alla lettura del giornale, dal profumo del cibo alla lettura del linguaggio corporeo dei proprio simili, dal trillo del cellulare alle carezze della persona amata.

I sensi sono sette. Sì, proprio sette, e non parlo del sesto senso dei romanzi o di altre fantasie. I sensi sono:

  1. la vista

  2. l’udito

  3. il tatto

  4. l’olfatto

  5. il gusto

  6. il senso dell’equilibrio

  7. e la propriocezione 

Cos’è la propriocezione? Seguimi e lo scoprirai.

Vista. I nostri occhi hanno la capacità di tradurre la luce attorno a noi in immagini. La luce è un flusso di onde elettromagnetiche la cui lunghezza d’onda determina il colore delle cose che ci circondano. Ogni oggetto colpito dalla luce, ne assorbe una parte, il restante viene riflesso e quando raggiunge i nostri occhi, l’onda luminosa stimola la retina (più di cento milioni di recettori), l’organo deputato a tradurre lo stimolo in impulsi elettrici, il linguaggio del cervello. Attraverso il nervo ottico gli impulsi raggiungono il cervello dove vengono elaborati in immagini.

Così sembra facile, vero? In effetti non è così.

Se ti dicessi che l’immagine che colpisce la retina è rovesciata? E’ il cervello che la “raddrizza”. Sai che le nostre retine hanno un punto cieco? E’ il cervello che lo compensa, ma fa ben altro: mentre tu guardi ti fornisce il senso della profondità, cioè traduce le immagini dei singoli occhi in un’immagine tridimensionale, a cui aggiunge la percezione prospettica, cioè a seconda delle dimensioni di un oggetto o di una persona, ne interpreta la distanza (questo può anche dar vita a illusioni visive).

Inoltre il cervello in tempo reale scansiona incessantemente e riconosce i contorni delle cose e le identifica, riconosce i tratti dei volti, la loro espressività e l’emotività che esprimono. Infine è molto sensibile ai movimenti. Hai mai notato che gli occhi si muovono continuamente, anche quando fissi intensamente qualcosa? Questi movimenti impercettibili servono per dare immagini sempre diverse dell’ambiente attorno a noi e individuare il movimento tramite il confronto dei fotogrammi. Senza movimenti oculari cessiamo di vedere, o meglio il nostro cervello cessa di vedere.

Impressionante, no?

Noi esseri umani discendiamo dalle scimmie e come tali ci affidiamo notevolmente alla vista, senso privilegiato dalla selezione naturale. Sia come preda che come predatore, la vista è servita ai nostri progenitori per individuare minacce o prede il più velocemente possibile, per scappare nel primo caso, per ottenere cibo nel secondo. La selezione ha privilegiato chi elaborava più velocemente le immagini, chi reagiva più prontamente.

Ancora oggi le immagini del mondo intorno a noi arrivano ad aree primitive del nostro cervello e possono scatenare reazioni emotive, quali la paura o la rabbia, senza che la mente più evoluta possa filtrare o interpretarne il contenuto. La vista è un canale diretto a parti profonde del nostro cervello, diciamo al lato primitivo dell’essere umano. Non a caso si dice che un’immagine val più di mille parole.

Udito. Il suono non è altro che un flusso di onde sonore, cioè di onde di energia generate dalla vibrazione di un corpo che si propagano attraverso l’aria e hanno frequenze percepibili dall’orecchio umano, l’organo preposto a udire. Quando le onde sonore colpiscono il padiglione auricolare, vengono convogliate nell’orecchio interno, amplificate e trasformate in impulsi elettrici (il linguaggio del cervello) dalla coclea. Attraverso il nervo acustico, gli impulsi raggiungono quell’area del cervello che si occupa di tradurli in informazioni comprensibili. La memoria ci aiuta a identificare il suono.

Nemmeno questa volta la cosa finisce qui. In primo luogo il cervello riconosce direzione e distanza del suono confrontando gli impulsi provenienti dai due orecchi, ne valuta l’intensità e la lunghezza d’onda, è capace di riconoscere echi e distorsioni. In presenza di parole il cervello non si limita a interpretare il messaggio, ma valuta anche il tono, il volume, il timbro con cui vengono dette, la velocità e le pause di chi parla e in presenza di informazioni visive le collega alla postura, all’espressività del viso e così via.

Continueremo la carrellata dei sensi nei prossimi post. Come avrai capito, lo scopo di questi post è attirare la tua attenzione sul mezzo attraverso cui l’informazione ci arriva, i sensi, e su come il cervello la elabora.

Nel frattempo chiediti: l’informazione è solo ciò che ci arriva attraverso la comunicazione? Allora cos’è la visione del mondo meraviglioso in cui viviamo, dal traffico cittadino ai tramonti della nostra vita?

Grazie dell’attenzione e arrivederci a presto ;D