
I Quaderni di ViteConsapevoli
Ho conosciuto un nuovo lettore, un tipo acuto e interessante, e abbiamo fatto una chiacchierata piacevole. Tra l’altro mi ha chiesto perché ho scritto i quaderni, perché una dozzina di pagine, perché quei temi. La risposta che gli ho dato mi ha sorpreso, per questo voglio condividerla con te.
“Come la maggior parte di noi esseri umani, sono nato nella perfezione e in meno di vent’anni il mondo mi ha piegato a sua misura per conformarmi al preesistente. Ha ristretto la mia visione e il mio mondo personale, ha schiacciato i miei istinti naturali e mi ha insegnato a mentire, obbedire e desiderare. Mentre volevo solo amare ed essere felice adesso.
Ma per comprenderlo ci ho messo decenni, compromesso da menzogne e credenze, da fiducia malriposta e insegnamenti sbagliati, ricevuti anche e soprattutto dalle persone che amavo. Per amore, solo per amore. Quanto siamo vulnerabili e innocenti nei primi anni di vita. Mentre cerchiamo di capire la realtà, manipolano talmente la nostra visione e la nostra mente da non renderci più conto delle incoerenze.
Nel frattempo ho vissuto come mi avevano insegnato i miei e la società intorno a me: studia, sii responsabile, lavora, impegnati, obbedisci, fai figli, accontentati, vai in pensione e goditela. La ricetta piccola borghese per una vita soddisfacente.
Ma qualcosa non tornava, qualcosa non torna, lo sappiamo dentro di noi, vediamo gli strappi e le toppe della narrazione in cui siamo immersi, vediamo quelli che escono dalle righe e quelli che non rispettano le regole. Quindi prima cerchiamo domande, poi risposte, poi noi stessi e infine troviamo. Un poco alla volta ci facciamo strada tra i rifiuti e il rumore, le ferite collezionate nella vita e i limiti che ci siamo autoimposti, e riprendiamo il cammino perso molti anni prima.
È difficile tornare a essere se stessi, quando la vita ti ha forgiato in una forma diversa. Ci vuole volontà e fatica, poi dedizione e anche passione. E coraggio, perché se esci dal tuo posto, se non ti conformi più, la società si oppone, te lo fa notare, ti allontana, ti punisce.
Ora mi guardo indietro. No, il cammino non è finito, anzi, ma ho imparato che per avere una migliore prospettiva, ogni tanto è importante guardarsi indietro. E la prospettiva con cui guardiamo è un ingrediente fondamentale per accrescere la consapevolezza.
Di questo cammino ho raccolto pagine scritte, libri, video, audio, ore di riflessioni. Dai quaderni in cui ho scritto domande e risposte ho tratto sintesi sui temi centrali di una vita consapevole e ho deciso di condividerli con te, quanto e quando mi è possibile, con la speranza che possano almeno un poco aiutarti.”
Tu cosa ne pensi?
Che il tuo cammino verso la consapevolezza possa procedere spedito e lieto.
A presto ;D