I miti del capitalismo 3

I miti del capitalismo 3

25 Novembre 2012 0 Di Pier

Nei postI miti del capitalismo 1” e “I miti del capitalismo 2abbiamo visto come il capitalismo sia legato a veri e propri miti, voluti dai grandi capitali e creati, diffusi e radicati attraverso la propaganda,grazie a un vero e proprio martellamento di informazioni distorte, grazie alla creazione di ideologie basate sulla menzogna.

Cosè il capitalismo?

Il capitalismo è un sistema economico basato sulla proprietà privata e sul profitto, il cui scopo è laccumulo di ricchezze e il movimento costante del capitale. Il capitale è la somma di proprietà mobili e immobilie di denaro. Il capitalismo determina un sistema sociale incentrato sulla continua ricerca del guadagno.

I miti del capitalismo

Nei due post precedenti, abbiamo visto molti dei maggiori miti del capitalismo:

1.capitalismo uguale ricchezza per tutti,

2.capitalismo uguale ridistribuzione della ricchezza,

3.capitalismo uguale libertà,

4. capitalismo uguale democrazia,

5. non c’è alternativa al capitalismo,

6. il privato è meglio del pubblico.

Oggi vediamo altri miti con cui il capitalismo giustifica se stesso, le proprie azioni e i danni sociali, culturali e ambientali che provoca.

Siamo tutti uguali davanti alla sfortuna e alle crisi

(siamo tutti sulla stessa barca)

Siamo tutti parte della società capitalista e godiamo tutti dei suoi benefici: della ricchezza, della libertà e della democrazia e quindi siamo tutti uguali nel bene e nel male, non ci sono classi sociali, ma cittadini ugualmente responsabili davanti alle crisi.

Naturalmente è falso. Le crisi economiche non sono eventi improvvisi e catastrofici come cercano di raccontare, ma sono causate dall’uomo, sono prevedibili e previste da chi è informato. In particolare sono causate dalle attività di chi ha il potere di agire per il proprio profitto. Cioè le crisi sono un effetto delle attività incontrollate dei capitali sui mercati e un modo con cui si realizza laccumulo del capitale. A conseguenza di una crisi cè una maggioranza che subisce una perdita economica e un minoranza che ottiene un profitto. Per esempio la crisi dei mutui subprime del 2007-2008 negli stati uniti è stata causata dalla finanza americana che ha concesso mutui a chi non poteva permetterselo e ha scaricato il rischio e le conseguenze sui risparmiatori e sul sistema economico.

Analogamente la crisi in corso non è responsabilità di tutti i cittadini e quindi non sono i cittadini che devono pagare. Eppure ce lo raccontano, fanno di tutto per spingerci a crederlo, per farci pagare al posto loro. Il debito pubblico non è il debito fatto dallo stato per i cittadini, o meglio lo è solo in parte, mentre per la maggior parte è il debito realizzato per fare politica e per fare impresa.

Lobiettivo di questo mito è generare senso di colpa per scaricare i costi e i fallimenti sui cittadini e garantire i profitti della classe dominante. Attenzione, le responsabilità delle crisi sono anche dei cittadini che non agiscono cambiare le cose in meglio, ma la maggior parte della responsabilità è sempre delle classi dominanti. Naturalmente le classi sociali esistono e se davanti a Dio forse siamo tutti uguali, non è così su questo mondo.

Il mercato regola se stesso e risolve ogni problema.

Il libero mercato è un sistema che si autoregola, risolve ogni problema economico ed è l’unica alternativa all’inefficienza dello stato, alla corruzione e ai problemi sociali.

Non solo non è così, ma è proprio il contrario.

Il mercato è il luogo e il momento in cui si svolgono gli scambi commerciali di tutte le merci, dalle materie prime al denaro, dai servizi agli strumenti finanziari. Il mercato è anche l’insieme della domanda e dell’offerta, degli acquirenti e dei venditori. Il mercato è il luogo dove più efficacemente agisce il capitalismo e meno regole deve rispettare, più efficacemente realizza l’accumulo delle ricchezze nelle mani di pochi.

Se guardiamo il passato, la storia, possiamo constatare che senza regole e controlli il mercato si è sempre rivelato per quello che è: una bestia insaziabile incapace di controllarsi spontaneamente, l’incarnazione di alcuni degli istinti e delle emozioni peggiori dell’uomo, come l’avidità e la sete di dominio, indifferenze ai bisogni e alle sofferenze dell’essere umano e della società.

Lo scopo di questo mito è il profitto del capitale. C’è sempre qualcuno che chiede meno regole e meno controlli sui mercati da parte della politica e della società, sostenendo che è la soluzione del problema e che il mercato è efficace se lo si lascia libero di agire, mentre in realtà non vuole altro che fare più profitti a spese dei cittadini.

Troppo grandi per fallire

Certe banche, certe multinazionali, certe aziende sono troppo grandi per fallire e troppo grandi per lasciarle fallire. In caso contrario il fallimento di queste banche avrebbero effetti catastrofici sull’economia mondiale o sull’economia di certi paesi. Quindi è naturale che la società e gli stati li sorreggano in caso di bisogno.

Naturalmente non è così. E’ vero che certe aziende sono talmente grandi e radicate nell’economia mondiale da poter generare effetti negativi per l’economia e la società. In effetti pensa all’effetto che può avere la chiusura di un’azienda normale. I dipendenti perdono il lavoro, i fornitori non vengono pagati, eccetera. Se l’azienda è grande si potrebbero ritrovare per strada molte centinaia di lavoratori e l’indotto, cioè le aziende fornitrici subirebbero la perdita di un cliente importante oltre a non venire pagati per le ultime forniture. Ora pensa a un’azienda molto grande con molti siti produttivi, come la Fiat per esempio. La chiusura di un’azienda è una ferita per l’economia, non c’è dubbio, e più è grande, maggiore è il danno e le conseguenze, ma dove è scritto che le aziende non possono fallire o che la società debba pagare per gli errori dei proprietari o di chi le gestisce?

In primo luogo, il fatto che una persona giuridica diventi talmente grande e influente è un’aberrazione e la conseguenza del logoramento continuo e della manipolazione che il capitale esercita sulla politica e sulla società con lo scopo di fare profitto e accumulare ricchezze. Non penso sia necessario spiegare perché vada a discapito dell’interesse e dei diritti di tutti gli esseri umani.

In secondo luogo, proprio l’economia capitalista prevede il fallimento delle aziende e ne determina le conseguenze. E’ parte del rischio imprenditoriale. Così come è parte del rischio dell’imprenditore non essere pagato dal cliente.

Perché quindi lo stato e i cittadini dovrebbero pagare i debiti di un’azienda?

La cosa più naturale dovrebbe essere limitare l’effetto del fallimento e le sue conseguenze sul tessuto sociale. Cioè, per esempio, gestire il mercato del lavoro per favorire un veloce reinserimento del lavoro, offrire la possibilità di lanciare più facilmente nuove imprese, o predisporre specifici ammortizzatori sociali per chi perde il lavoro.

Perché in questi anni la politica ha proprio salvato chi non doveva essere salvato?

Sotto gli occhi di tutti la politica ha erogato fiumi di denaro per salvare banche e imprese, senza ottenere risultati significativi, mentre gli economisti non in conflitto di interesse sostenevano e sostengono la necessità di fornire denaro ai cittadini per far ripartire l’economia. E’ la dimostrazione di come la classe politica sia corrotta o collusa con il capitale, di come l’informazione sia sotto il controllo della classe dominante.

Lo scopo di questo mito è quello di creare una paura e usarla per indurre i cittadini a fare quello che la classe dominante vuole.

Direi di fermarci qui. I miti del capitalismo sono molti di più naturalmente, ma lo scopo di questi post è offrire spunti di riflessione. Ti invito ad approfondire l’argomento per conto tuo. Basta un poco di ricerca, per esempio sulla storia dell’economia, in biblioteca e in rete, per incappare sulla trentina di miti e di distorsioni che a tutt’oggi inquinano la cultura dei paesi occidentali.

Grazie dell’attenzione e a presto ;D