I miti del capitalismo 2

I miti del capitalismo 2

12 Novembre 2012 0 Di Pier

Cosa sono i miti del capitalismo?

Nel postI miti del capitalismoabbiamo visto come il capitalismo sia legato a veri e propri miti, voluti dai grandi capitali e creati, diffusi e radicati attraverso la propaganda, grazie a un vero e proprio martellamento di informazioni distorte, grazie alla creazione di ideologie basate sulla menzogna.

Abbiamo anche ricordato cos’è il capitalismo: il capitalismo è un sistema economico basato sulla proprietà privata e sul profitto, il cui scopo è laccumulo di ricchezze e il movimento costante del capitale. Il capitale è la somma di proprietà mobili e immobili e di denaro. Il capitalismo determina un sistema sociale incentrato sulla continua ricerca del guadagno.

Infine abbiamo introdotto i primi tre miti: capitalismo uguale ricchezza per tutti, capitalismo uguale ridistribuzione della ricchezza e capitalismo uguale libertà. Oggi ne vediamo altri.

Capitalismo uguale democrazia

Un mito molto sfruttato e molto diffuso è quello che sostiene che senza capitalismo non può esistere la democrazia. Naturalmente è esattamente l’opposto, la democrazia è nata molto prima del capitalismo ed è in sua presenza che quest’ultimo si è potuto sviluppare. Senza democrazia il capitalismo non esisterebbe.

E’ importante ricordare che la democrazia è il governo dei cittadini e in qualunque forma (diretta, partecipativa, rappresentativa, ecc…) la sovranità è nelle mani dei cittadini dello stato democratico, che la usano o dovrebbero usarla allo scopo di ottenere la felicità. Mentre come abbiamo visto lo scopo del capitalismo è l’accumulo della ricchezza nelle mani di pochi e questo implicitamente si scontra con l’aspirazione dell’uomo alla felicità.

Un uomo povero difficilmente può essere felice, perciò lo stato democratico normalmente controlla i mercati, il denaro e il capitale, la sua circolazione, la ridistribuzione delle ricchezze e altro ancora. Lo fa esercitando la sovranità, legiferando e ponendo limiti, e questo viene visto dal capitale come un ostacolo. Di conseguenza il capitale cerca di rimuovere i limiti, per esempio influenzando la classe politica per farla legiferare a suo favore, e cerca di limitare la sovranità dello stato e di appropriarsene, come nel caso della riserva frazionaria, della privatizzazione della Banca d’Italia e di quello che sta succedendo oggi in Europa.

La conseguenze dell’instancabile lavoro di opposizione del capitale è che, in una democrazia capitalista, la società è di solito sovrastata e controllata da una minoranza di ricchi che attraverso il potere economico controllano l’informazione, corrompono la politica, controllano l’editoria e la scuola, distraggono la cittadinanza, logorano la cultura, eccetera.

Questo mito è stato creato per ostacolare qualunque tentativo di considerare diversi modelli di ordine sociale. Qualunque alternativa viene additata come regime o dittatura e in quanto tale da criticare e, se utile, da attaccare per esportarvi la democrazia con le armi.

Non c’è alternativa al capitalismo

Il capitalismo è l’unico sistema politico ed economico possibile, giusto ed efficace. Anche se non è perfetto, le alternative sono tutte peggiori, sono regimi i cui cittadini soffrono, hanno meno libertà o stanno peggio. E’ uno dei presupposti della politica e dei portavoce dei capitali: non c’è alternativa, ma come abbiamo già visto (vedi il post “TINA”) chi sostiene ciò senza argomentare, senza spiegare i perché della sua affermazione, vuole che tu obbedisca senza fare storie e mira a danneggiarti.

L’obiettivo di questo mito è ostacolare qualunque tentativo di realizzare o anche solo pensare e discutere a un sistema diverso dal capitalismo. Naturalmente ci sono diverse alternative al capitalismo, ma non ne parleremo in questo post.

Il privato è meglio del pubblico

Le istituzioni, le società pubbliche e i servizi pubblici sono più costosi e meno efficaci ed efficienti delle aziende private. E’ il mantra con cui hanno giustificato, nei paesi occidentali e anche in Italia, la privatizzazione di fette importanti dei beni pubblici. Per esempio, la svendita della Telecom e delle autostrade e molto altro ancora.

Ma è vero poi che il privato offre servizi migliori a un costo inferiore?

No, è falso. Dopo vent’anni di privatizzazioni, abbiamo la prova che servizi e prodotti privati sono di solito più costosi e di qualità inferiore. Lo sostengono molti studi riguardanti i paesi europei, nord-americani e sud-americani che hanno portato le istituzioni locali e nazionali a fare marcia indietro in molti casi. Un esempio emblematico è la privatizzazione dell’acqua, che in tutti i casi ha portato all’aumento del prezzo del servizio per i cittadini e a un peggioramento del servizio, tanto che molte città europee, Parigi per citarne una, si sono riappropriate della propria acqua.

Il perché è ovvio: lo scopo delle aziende private è fare profitto e questo significa aumentare i prezzi, spendere il meno possibile per la gestione/produzione e dove possibile scaricare i costi e l’onore degli investimenti sulla collettività. Mentre una gestione pubblica, anche se meno efficiente, ha lo scopo di fornire il servizio e il prodotto ai cittadini e non di fare profitto.

Lo scopo di questo mito è di favorire l’appropriazione di beni pubblici da parte del capitale e di eliminare un concorrente difficile da battere.

Sei ancora con me?

Per stasera ci fermiamo qui. Grazie per avermi seguito fin qui. Concluderemo questa carrellata dei miti del capitalismo la prossima volta.

A presto ;D