Gli Usa comprano i giornalisti

Gli Usa comprano i giornalisti

18 Gennaio 2017 1 Di Pier

Dopo aver vissuto un 2016 ricco di eventi, colpi di scena e soprattutto di propaganda e informazione falsa o distorta diffusa di media occidentali, il 2017 non si delinea migliore del precedente.

I media allineati, americani e non, continuano a diffondere informazioni false o manipolate su Trump, il nuovo presidente Usa che entrerà in carica tra pochi giorni, sulla Russia e sul suo nuovo ruolo in medioriente, sull’economia Usa ed europea e su tutto ciò che in un modo o nell’altro sfiora gli interessi dei governi occidentali.

Si delineano i primi tentativi da parte della politica di limitare la diffusione delle informazioni attraverso i social e il web in generale. Con la scusa degli hacker russi, la Merkel cerca di far introdurre delle limitazione in nome della democrazia.

La ragione del crescente bisogno dei regimi occidentali di mantenere sotto controllo l’informazione è dovuto al collasso della fiducia verso i media allineati. Il fiume di menzogne, ma soprattutto la disponibilità di canali diversi ha fatto crollare la poca autorevolezza e credibilità che ancora avevano. Sondaggi e analisi lo rivelano: la maggior parte dei cittadini Usa non si fida dei loro mezzi di informazione e si rivolgono al web per trovare fonti di informazioni più affidabili.

La ragione di questo post è nella notizia della morte del noto giornalista tedesco, Udo Ulfkotte, redattore politico per diciassette anni del giornale tedesco, la Frankfurter Allgemeine Zeitung, di tendenza chiaramente conservatrice. Ulfkotte era noto per il suo libro, pubblicato nel 2014, in cui rivelava di essersi venduto ai servizi di informazione statunitensi per manipolare le informazioni e quindi i cittadini tedeschi a vantaggio delle politiche Usa.

In “Giornalisti Comprati” (2014), Ulfkotte descrive i metodi con cui la Cia recluta, istruisce e paga i giornalisti. Il primo passo è rendere autorevole il giornalista a libro paga, dando visibilità ai suoi articoli, dandogli copertura internazionale e premiando i suoi libri con premi letterari. Racconta anche che se si trasgredisce la linea “filo atlantica” le conseguenze sono la perdita del lavoro, l’isolamento, le minacce e le persecuzioni.

Quello che era successo a lui. Ulfkotte aveva perso il lavoro, era stato bollato come pazzo dal suo ex giornale, era stato isolato dai colleghi, era stato minacciato e perseguitato. Allora le sue rivelazioni avevano destato scalpore e incredulità, ma oggi non sorprendono più, anzi, oggi le notizie false (#fakenews) diffuse dai media allineati sono evidenti anche a chi non vuole vedere, mentre sono proprio i media ad accusare i social di diffondere notizie.

Eppure le notizie false diffuse dai media mainstream nell’ultimo anno sono innegabili, smentite dai fatti, e non sono un fenomeno momentaneo, ma leggendo i giornali ed ascoltando i tv ci si rende sempre più conto della manipolazione continua e pervasiva che i giornalisti fanno dell’informazione. Come quella evidenziata da Mazzucco nel video qui sopra.

I media continuano a trasmettere e a pubblicare, ma non sono cambiate le redazioni, i giornalisti, le linee editoriali, la proprietà o altro. Sono i media senza credibilità che cercano ancora di manipolare la visione della realtà di noi cittadini del mondo.

Sono ormai evidenti i cali dei lettori e degli ascolti, ma finché politica ed establishment continueranno a finanziare i media questi continueranno il loro lavoro di disinformazione. Si sente sempre più il bisogno di alternative a questi media, che offrano informazioni senza manipolazioni, affidabili e la possibilità di risalire alle fonti.

Vedremo come evolverà il mondo dell’informazione nei prossimi anni. Di certo siamo all’alba di un cambiamento radicale. Dove ci porterà non so dirlo, ma di certo sarà emozionante.

A presto ;D