
Fukushima e il mare
Bentrovato. Sono stato latitante per una settimana, ma non ero in ferie, al contrario. La vita è ricca di imprevisti e momenti importanti. Mi scuso per essermi assentato senza avvertire.
Questa sera vorrei tornare su Fukushima.
Ricordi?
L’11 marzo del 2011 un terremoto di intensità straordinaria generò un maremoto che colpì la costa giapponese, devastandola e provocando più di 15 mila morti. L’onda alta sei metri colpì anche la centrale Daiichi di Fukushima, disattivò il sistema di raffreddamento dei reattori nucleari e a causa del surriscaldamento, si fusero i noccioli di tre dei sei reattori della centrale e nessuno dei tentativi di prevenire o controllare la fusione ebbe successo.
Poi tra i silenzi, le menzogne e la disinformazione dei governi e dei media, la situazione si è aggravata inesorabilmente. L’acqua radioattiva impiegata per tentare di raffreddare i noccioli in fusione continua a essere versata nell’oceano. I noccioli in fusione lo sono tuttora e l’inquinamento del territorio giapponese si è aggravato. L’area intorno alla centrale per più di 20 km è inadatto alla vita, ma l’area radioattiva supera i 60 km. Le falde sono inquinate e hanno diffuso la radioattività, che ha raggiunto perfino la capitale, Tokio.
Il peggior disastro ambientale della storia dell’uomo.
La realtà è che gli esperti non hanno idea del vero stato dei reattori in fusione e nessuno sa come stabilizzarli. Stanno cercando di rimuovere le tonnellate di combustibile nucleare ancora nelle centrali.
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Nel frattempo per molto tempo si è inquinato il mare con l’acqua di raffreddamento della centrale. Per ammissione dei tecnici della Tepco, la società che gestisce la centrale e la crisi, responsabile del disastro, ogni giorno vengono riversate in mare centinaia di tonnellate di acqua inquinata.
Apparentemente sembra poco rispetto al volume di acqua del pacifico, il più grande oceano della Terra, esteso per circa un terzo della sua superfice, ma è così?
Lo studio tedesco del Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel del 2012, che cercava di valutare le conseguenze dell’inquinamento, prevedeva che entro il 2013 l’inquinamento avrebbe coperto la metà del pacifico e raggiunto le coste americane solo nel 2016, ma complessivamente la diluizione sarebbe stata tale da non portare a conseguenze significative.
Peccato che lo studio tenesse in considerazione solo l’inquinamento delle prime settimane dell’incidente, mentre le stime attuali indicano un inquinamento 90 volte superiore. 8 volte quello complessivo di Chernobyl.
Nel pesce pescato in Giappone è stato rilevato un inquinamento di decine se non centinaia di volte superiore alla limite di legge. Le autorità giapponesi hanno dichiarato che i valori sono diminuiti drasticamente, ma la Corea ha vietato l’importazione di pesce giapponese.
Negli ultimi due anni sono state diverse le segnalazioni di eventi inconsueti che sono stati imputati all’inquinamento radioattivo, ma senza prove che lo colleghino a Fukushima. Dagli orsi polari che perdono il pelo a morie di cuccioli di leone marino lungo le coste occidentali del Nord America, di salmoni in Canada e di tonni pinna blu. Le analisi hanno rilevato isotopi radioattivi, ma in quantità non significative.
Recentemente uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, gli scienziati del Monterey Bay Aquarium Research Institute in California hanno scoperto che il numero di creature morte presenti sul fondo marino è aumentato drasticamente. Fino al 2012, le creature morte coprivano solo l’1% della superficie del fondale a più di 100 miglia al largo della costa, ora coprono il 98% della sua estensione. Nulla per ora correla questa moria a Fukushima, ma il fenomeno è così rilevante e avvenuto in un tempo così breve che non si può fare a meno di porsi domande.
Noi, perché le autorità nazionali e internazionali continuano a fare finta di niente e a non voler intervenire per cercare di limitare i danni del peggior disastro ambientale della storia dell’uomo.
Tu cosa ne pensi?
Buona giornata e a presto ;D