
FARE POLITICA
In questi giorni abbiamo assistito alla giostra dell’elezione del presidente della repubblica. Dietro alle notizie abbiamo intuito alleanze, accordi, confronti, scontri e il risultato è stato il coronamento dell’inciucio, cioè di quell’accordo Pd-Pdl ipotizzato e richiesto da molti politici di destra e sinistra, nonostante gli elettori non lo volessero e durante la compagna elettorale i vertici dei partiti l’avessero categoricamente negato. A garanzia dell’inciucio e degli interessi trasversali è stato rieletto Napolitano come presidente della Repubblica. Tutto questo allo scopo di mantenere lo status quo, o meglio di mantenere gli equilibri di potere e gli interessi delle classi dominanti.
Non è che la conferma che l’Italia è destinata a un futuro da paese di serie C in un’Europa non democratica, dominata da lobby, finanza e interessi privati.
Ma non è di questo che voglio parlare stasera, quanto piuttosto del fare politica e farla tutti i giorni. Ma partiamo dalle basi.
Cos’è la politica?
La politica è la gestione delle risorse pubbliche, non solo economiche, di come vengono spese e distribuite, a chi vengono destinate, come e per quali scopi. Per esempio, è la politica che decide quanto si spende per la cultura in Italia (pochissimo, meno di tutti gli altri paesi europei), o per mantenere un apparato militare. E’ la politica che decide quali progetti pubblici fare, a chi assegnarne la realizzazione e come, ed è la politica che decide quali tasse dobbiamo pagare e che l’otto per mille delle nostre tasse va alla chiesa. Naturalmente la politica detta anche regole riguardanti altri ambiti, come la società e la giustizia, ma a ben vedere il suo ruolo centrale è appunto la gestione delle risorse.
Tu cosa ne pensi?
Tutti questi sono però esempi di alta politica, di politica nazionale, ma possiamo considerare esempi di politica più alta, come quella tra le grandi potenze o quella economica europea o degli organismi internazionali come il fondo monetario, ma anche esempi di politica più “bassa”, cioè una politica che riguardi un ambito, un numero di persone più limitato. Per esempio, parliamo di politica locale, come quella delle province e dei comuni, che curano i servizi, come i trasporti pubblici o la sanità, che decidono su una parte delle tasse che paghiamo, che decidono dove si possono costruire case ed edifici e di che tipo. E molto altro ancora naturalmente.
Come quella nazionale e internazionale, la politica locale decide e influenza direttamente e indirettamente la nostra vita. Forse non ce ne rendiamo conto consapevolmente, finché non aumentano le tasse comunali e non vengono meno certi servizi pubblici o la loro qualità non cali in modo significativo, allora notiamo le strade dissestate, i trasporti pubblici in declino, i ritardi crescenti dei servizi, l’incuria e l’accumulo dei rifiuti nelle strade e così via.
Cosa voglio sottolineare?
Che la politica agisce sulla nostra vita, sul nostro presente e sul nostro futuro, e anche su quello delle persone che conosciamo o che amiamo. Che lo crediamo o meno, che lo vogliamo o meno, che ne siamo consapevoli o meno.
Chi fa politica? Chi si occupa della politica?
La risposta più comune è: i politici, i partiti. E non c’è molto da stupirsi, dopo cinquantanni di propaganda e di manipolazione dell’informazione con lo scopo di far credere ai cittadini che non tocca a loro, di lasciare ai “professionisti” la cura della politica, che è una grave responsabilità, che richiede grandi capacità e organizzazione, che i cittadini sono spettatori e non attori.
Naturalmente è falso.
I primi protagonisti, responsabili e attori della scena politica sono i detentori della sovranità, cioè i cittadini, in Italia, noi tutti. Eppure la nostra classe politica, le classi dominanti e gli intellettuali hanno speso decenni di sforzi per farci credere che siamo solo spettatori, che il nostro dovere si limita a eleggere rappresentanti a cui delegare la sovranità e quindi la cura della politica.
E ci sono riusciti, non ti pare?
Basta guardare con occhi innocenti quello che accade oggi. Abbiamo la peggiore classe politica di sempre, corrotta e dedita ai propri interessi privati o a quelli degli amici e di chi li ha supportati. Questo è quello che accade quando deleghiamo ad altri la cura dei nostri interessi, senza tenerli sotto controllo (e senza conoscere chi deleghiamo). Quello che vediamo è il risultato del saccheggio delle risorse pubbliche a beneficio di pochi.
Cosa possiamo fare?
Noi tutti, cittadini della repubblica, abbiamo il diritto e il dovere di prenderci cura della politica del nostro paese, da quella comunale a quella nazionale. E per farlo non è sufficiente votare una volta ogni cinque anni, ma dobbiamo fare noi stessi politica ogni giorno.
Perché dobbiamo farlo?
Perché è nel nostro interesse personale prima che per l’interesse dell’intera società. Perché come dicevo prima, che lo vogliamo o meno, che ne siamo consapevoli o meno, la politica decide sulla e della nostra vita e su quella dei nostri figli e di coloro che amiamo.
Nel prossimo post approfondiremo cosa significa fare politica tutti i giorni. Per stasera chiudiamo qui, ma non prima di averti lasciato uno spunto di riflessione: come facciamo a sapere che chi abbiamo eletto ci rappresenta veramente e si prende cura dei nostri interessi?
Grazie dell’attenzione e a presto ;D
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