Facebook e la distopia che incombe

Facebook e la distopia che incombe

1 Maggio 2018 0 Di Pier

Stasera ci soffermiamo sulla questione di Cambridge Analytics e Facebook. L’informazione distorta dei media allineati ha nascosto piuttosto bene le criticità dietro la notizia, dietro a menzogne e distorsioni.

Cambridge Analytics non ha rubato le informazioni da Facebook, ma ha utilizzato la piattaforma di Facebook con il consenso dell’azienda Facebook per raccogliere informazioni estese su 50 milioni di persone.

Queste informazioni hanno permesso di profilare gli utenti, cioè di costruire modelli informativi delle persone, dal lavoro alla famiglia, dagli hobby ai gusti, dal livello culturale alle relazioni, dagli interessi alle convinzioni, dalle idee politiche e religiose alle paure.

Cambridge Analytics ha usato questi profili per fare campagne promozionali e politiche per i loro clienti, partiti politici, aziende e associazioni, allo scopo di influenzare la visione della realtà e i comportamenti degli individui, direttamente e indirettamente, tramite amici e influenzare.

Facebook non si occupa di profilazione delle persone, ma di raccogliere i dati, quelli che forniamo con l’accesso e le attività sulla piattaforma e non solo, ma soprattutto raccoglie i dati che non pubblichiamo. Facebook guadagna vendendo i dati che noi forniamo.

Secondo te perché qualcuno dovrebbe pagare per avere i nostri dati?

Perché ne trae profitto, economico o politico. Le aziende che vogliono venderci qualcosa usano i nostri dati per raggiungerci e influenzarci, per individuare, riconoscere o indurre in noi un bisogno o un desiderio, con l’obiettivo di soddisfarlo guadagnandoci.

Ma quelli più interessati sono le istituzioni pubbliche e le associazioni private che hanno obiettivi politici, cioè che traggono profitto dalle nostre scelte e dai nostri comportamenti, e che quindi cercano di influenzarle a loro vantaggio.

Chi può trarne il maggior beneficio è l’establishment, cioè coloro che vogliono mantenere la situazione politica, sociale ed economica così com’è, perché ne traggono profitto o perché vogliono mantenere i loro privilegi.

L’establishment può usare le nostre informazioni per controllare i nostri comportamenti, individuare in anticipo movimenti e correnti politiche e sociali, controllare gruppi e singoli individui, anche agendo sui flussi informazioni e sulle relazioni.

Proviamo a proiettare questo nel futuro.

E partiamo dalle ultime notizie: la Cina introdurrà entro pochi anni un sistema di valutazione sociale obbligatorio per tutti i cinesi che usa i social network per valutare il conformismo degli individui e che premierà e punirà i comportamenti delle persone. L’obiettivo manifesto del governo cinese è il controllo sociale. Ma anche l’UE avvierà un analogo esperimento a Cipro con il medesimo obiettivo.

I social network in realtà di social hanno molto poco e lo confermano numerosi studi che arrivano alla conclusione opposta, cioè che i social isolano le persone e provocano effetti deleteri alla capacità di bambini e ragazzi di relazionarsi con gli altri.

I social poi hanno iniziato a filtrare i contenuti e i flussi informativi in modo conservativo e confermativo, cioè offrono contenuti che apprezziamo e cerchiamo e che rientrano nei nostri interessi, nelle nostre relazioni e nelle nostre convinzioni, generando un effetto di isolamento dagli stimoli diversi ed esterni al nostro mondo. Cioè ancora una volta i social network tendono a isolare individui e gruppi con gli stessi gusti, interessi, idee e punti di vista.

Inoltre come abbiamo visto anche nel post precedente con la campagna delle fakenews che le istituzioni hanno lanciato per controllare e limitare la diffusione dell’informazione alternativa, le imprese private dietro ai social si sono adattate in fretta alle richieste e alle minacce di governi e istituzioni, colpendo direttamente le fonti in rete, ma soprattutto filtrando via via i flussi informativi allo scopo di isolare le fonti scomodo e ridurre la distribuzione.

Visto tutto questo, come pensi sarà il nostro futuro?

Sarà quantomeno Orwelliano. E probabilmente peggiore. Le istituzioni, ma soprattutto l’establishment faranno di tutto per controllare i singoli individui attraverso sistemi di controllo diffuso e pervasivi, obbligandoci o inducendoci a cedere le nostre informazioni e a conformarci a sistemi sociali artificiali. O in caso contrario, se avremo idee diverse, rivoluzionare, evoluzionarie o semplicemente nuove o dissidenti, verremo puniti, emarginati, o esiliati o peggio.

I carcerieri di questa società prigione saranno la tecnologia e noi stessi, che per scelta, paura, ignavia, bisogno o ignoranza, ci piegheremo ai desideri della minoranza che ogni giorno fa di tutto per accrescere e mantenere il proprio potere.

E in un periodo di cambiamenti travolgenti come quello attuale, che ha già decretato la fine delle religioni, del capitalismo e delle grandi ideologie, vere o indotte, cercano di riportare in vita il passato e ingabbiare il futuro del mondo dentro i loro sogni distorti, distopie in cui l’uomo viene reso merce e servo, senza anima e umanità, incubi che promettono solo sofferenza e distruzione.

Sarà così?

Naturalmente no. L’ossessione del controllo degli altri si scontra sempre con la natura poliedrica e mutevole dell’umanità, con la sua capacità di evolvere oltre i propri limiti, soprattutto quelli imposti.

Lo vedremo, anzi, lo vivremo.