Dov’è finito il libretto delle istruzioni?

Dov’è finito il libretto delle istruzioni?

13 Marzo 2017 0 Di Pier

Siamo esseri umani e veniamo al mondo più o meno nello stesso modo, dal ventre di nostra madre dopo nove mesi di sviluppo, ripercorrendo l’evoluzione della vita su questo pianeta: dalla cellula al mammifero. In un modo o nell’altro passiamo dal ventre caldo della mamma a questo mondo freddo e rumoroso, infido e sporco, dove qualcuno ci schiaffeggia per scoprire se siamo degni delle sfide che ci aspettano.

Siamo in grado di affrontarlo, il mondo?

La risposta è sì, quasi tutti partiamo dotati delle più sofisticate soluzioni biologiche che l’evoluzione ha fornito per affrontare la realtà in cui ci ritroviamo. Eppure non è come ce la raccontano, non è mai come ce la raccontano, ammettiamolo: quasi tutti mentono su quasi tutto, ma prima di capirlo ne dobbiamo fare di strada.

Nasciamo con un potenziale infinito, siamo miracoli, piccoli gesù cristo che si sintonizzano fin da subito sui genitori, quella coppia di creature rumorose e sciocche che diventano l’esempio da imitare per imparare a cavarsela contro i pericoli e le insidie del mondo, ma soprattutto con i nostri simili.

Questo perché qualcuno si è fregato il libretto delle istruzioni, come a suo tempo si erano fregati quelli dei nostri genitori e prima quelli dei nonni e via dicendo.

Cosi ci ritroviamo ad assorbire, a “scaricare” da papà e mamma tutto quello che serve per essere svegli, furbi e cazzuti come loro. Peccato che normalmente i nostri genitori sono dei pirla che ne capiscono mezza del mondo in cui vivono.

Ok, ok, esagero, scusa mamma, scusa papà. Diciamo che se la cavano abbastanza con la realtà delle cose, cos’è una sedia, la parete, il gatto, le posate, il cibo, come si fa andare da li a qui, di cosa sono fatti gli oggetti, come si guida l’automobile, cosa evitare e cosa invece cercare e via dicendo.

Peccato che di loro stessi ne sanno poco, molto poco, soprattutto di come funziona quello che hanno dentro, la stoppa, i meccanismi, la macchina arcana. Hanno imparato dai loro genitori quello che potevano e poi sono andati a istinto, a tentativi, prove e disastri. Se va bene si faranno un’idea delle cose che contano verso i cinquanta, i sessanta, o forse mai.

E non parliamo poi del mondo umano, della società e della politica, dell’economia e della filosofia. Cos’è la filosofia? Eh, appunto. Ma non è colpa loro, come non è colpa nostra. E’ che senza il libretto delle istruzioni procediamo a tentoni.

Prima scarichiamo dai nostri genitori tutto, il meglio e il peggio, la saggezza, la gioia, l’amore, ma anche le paure, le credenze, i casini e le cicatrici che ci porteremo in testa e nel cuore per un bel po’. Da loro impariamo a pensare, a parlare, a provare le emozioni e a come gestirle. Spesso nel modo sbagliato. Quando diventiamo consapevoli, presenti, ci rendiamo vagamente conto delle lacune e delle migliaia di domande senza risposte.

Sarebbe quello il momento in cui ci fanno leggere il libretto delle istruzioni, ma nessuno ce lo da. E così subissiamo di domande mamma e papà fino a far loro schizzare gli occhi dalle orbite. Finché non ci sbattono all’asilo e poi a scuola con altri bambini messi più o meno come noi se non peggio e con adulti tristi che ci insegnano come memorizzare un sacco di informazioni, in buona parte inutili, ma soprattutto ci insegnano come obbedire, come conformarci alle regole, a quello che la società, lo stato, la religione si aspetta da noi. Un massacro.

Nel momento di massimo potenziale ci tarpano le ali. E i genitori che già hanno passato l’ordalia lo trovano normale. Normale, capisci?

Così collezioniamo traumi e cicatrici per poi passare buona parte della vita cercando di curarli e risolverli. Solo dopo aver sciolto i nodi peggiori, forse troviamo abbastanza lucidità e consapevolezza per cercare di comprendere come funzionano veramente le cose.

E scopriamo di essere parte di qualcosa di più grande, di gruppi, macro organismi che chiamiamo stato, religione, partito, azienda, squadra di calcio, famiglia e via dicendo, creature che vivono grazie a noi, che prendono le nostre energie e il nostro tempo dandoci in cambio sicurezza, se va bene.

Perché questa storia che chiamiamo vita e in cui veniamo partoriti era già vecchia migliaia di anni fa ed è affollata di adulti stronzi che si fanno strada senza scrupoli per cogliere quello che possono prima che tutto finisca, per godere finché possono, o di adulti incasinati anche peggio di noi, che si aggrappano a quello che hanno mentre cercano di capirci qualcosa di più.

Hai presente, no? Chi siamo? Dove andiamo? Come funzioniamo? Cosa vogliamo? Perché? Cosa conta veramente per noi? Cos’è la vita realmente? Cos’è la morte? Eccetera, eccetera, eccetera.

Finché non diventiamo abbastanza consapevoli per chiederci dov’è finito il maledetto libretto delle istruzioni.

A presto ;D