
Ci insegnano a comunicare come sciacalli
La comunicazione non violenta
Nel post “Le parole sono finestre oppure muri” ho presentato il libro cardine della comunicazione non violenta, scritto da Marshall Rosenberg. Marshall Bertram Rosenberg era uno psicologo statunitense e il creatore della Comunicazione Non Violenta, un metodo comunicativo che aiuta le persone a evitare e risolvere i conflitti e a superare le differenze in modo pacifico.
Cresciuto in un quartiere popolare di Detroit, spesso al centro di forti contrasti razziali tra bianchi, neri e altre etnie, Rosenberg imparò sul campo l’esperienza su come risolvere i conflitti in maniera pacifica. Dopo molti studi, mise a punto il sistema della CNV e lo testò in molti “luoghi caldi” del mondo. Rosenberg è morto nel 2015, ma la sua eredità, la Cnv non è morta con lui, semplicemente perché funziona.
Comunicare come sciacalli
La comunicazione non violenta prende atto della constatazione che la maggior parte degli esseri umani, specialmente nell’occidente del mondo, viene allevata a comportarsi e comunicare come sciacalli. E non se ne rende neppure conto. I nostri genitori ci hanno modellati a colpi di giudizi, ci hanno spezzato, divisi, riforgiati e marchiati con il senso di colpa e la vergogna, ci hanno insegnato a comunicare nel modo peggiore possibile, giudicando costantemente ogni cosa, ogni piccolo gesto e intenzione degli altri, vera o presupposta che sia.
Le conseguenze di tutto questo non è solamente una comunicazione aggressiva e una serie senza fine di conflitti che segnano la nostra vita, ma sono la divisione sociale, l’incomprensione, la competizione, la solitudine, l’egoismo, la diffidenza e la sfiducia, la mancanza di relazioni vere e profonde, la povertà interiore, il proliferare di odio, paura, ideologie distorte, integralismi, razzismo e altro ancora.
La vera natura dell’uomo
Eppure la natura dell’umanità, la vera natura di noi esseri umani è ben diversa da tutto questo. Esclusi gli psicopatici e i sociopatici, l’essere umano è in realtà una creatura sociale, solidale e compassionevole. Lo dimostrano gli esperimenti di sociologia sui bambini che, prima di essere piegati dalla cultura dominante, svelano appunto la natura dell’uomo, l’attrazione verso gli altri, il buono, il bello, le novità e la gioia.
Poi apprendono il linguaggio degli sciacalli, lo subiscono, vengono feriti emotivamente e psicologicamente ripetutamente finché non si adattano alla società e alla comunicazione imperante.
Un modo diverso di comunicare
Eppure esiste un modo diverso di comunicare, un diverso linguaggio che viene ancora parlato da una minoranza di persone, soprattutto nell’oriente del mondo. Rosenberg lo etichetta come il linguaggio delle giraffe, un modo di comunicare diverso, non pregiudiziale, non aggressivo e non violento.
La comunicazione non violenta parla di ciò che è, di ciò che osserviamo, non di intenzioni, giudizi, o altro, solo di quello che osserviamo, che sentiamo e proviamo, e di ciò che ognuno di noi ha bisogno, materialmente, ma soprattutto emotivamente e psicologicamente.
Perché alla fine è semplicemente questo che conta: comunicare in modo empatico e compassionevole, parlare di fatti, di emozioni e sentimenti, e di bisogni.
La maggior parte dei conflitti nascono dall’incomprensione, da emozioni e sentimenti, da bisogni insoddisfatti. E questo nella maggior parte dei casi dipende da una cattiva comunicazione.
Ti invito ad approfondire l’argomento, a leggere il libro certo, ma anche a guardare i video di Marshall Rosenberg e anche gli altri in italiano, per comprendere che la comunicazione determina la tua vita e la qualità della tua vita. Se cambi la tua comunicazione allora cambi la tua vita e se impari a comunicare in modo migliore migliorerai la tua vita. Prova.
A presto ;D