Ancora due parole sul referendum

Ancora due parole sul referendum

2 Dicembre 2016 0 Di Pier

È molto raro che riporti sul blog post di altri, per rispetto a loro e per rispetto a te. Questo però mi ha colpito tanto da volerlo condividere. È un post di Andrea Mazzalai, bancario, blogger e una delle voci indipendenti che nel mare di menzogne e distorsioni di oggi riesce a spiegare i paesaggi del mondo della finanza con chiarezza sorprendente.

Il post è centrato al referendum imminente e tra gli innumerevoli scritti sullo stesso tema questo l’ho trovato illuminante.

Buon lettura a te.

REFERENDUM COSTITUZIONALE 2016

referendum iceberfinanza

In questo lungo post cercheremo di spiegare la nostra opinione a proposito del Referendum Costituzionale che si terrà domenica 4 dicembre, un momento fondamentale nella vita del nostro Paese.

Sarà un lungo viaggio attraverso le nostre sensazioni, le nostre motivazioni. Se non avete tempo per leggere, pazienza.

In questa sede a noi non interessa evidenziare i conflitti di interesse, le mance elettorali e alcuni ricatti che i promotori della riforma costituzionale hanno esibito negli ultimi mesi, cercheremo di spiegare le nostre ragioni senza dimenticare che ogni opinione è legittima in una democrazia, purchè espressa e condivisa nel rispetto reciproco.

Chi ci segue da dieci anni sa che il dominio del capitale sulla democrazia e sul lavoro è oggi sostanzialmente totalitario. La stessa comunità europea è l’essenza di un’unione fondata su quattro libertà sostanzialmente materiali, la libera circolazione di capitali, beni, servizi e per ultime le persone.

A Bruxelles operano quotidianamente ben 4.879 organizzazioni di portatori di interesse (lobbies) che vedono all’opera quotidianamente oltre 30.000 persone intente ad influenzare  le decisioni delle istituzioni europee non certo a favore del bene comune.

Il potere principale è in mano all’industria finanziaria, capace di condizionare media e soprattutto la politica attuale.

Abbiamo assistito in questi giorni e mesi al ritorno della stampa finanziaria internazionale figlia di enormi conflitti di interesse e all’uscita di centinaia di report che mirano a influenzare le scelte dei cittadini attraverso la paura e la minaccia di gravi crisi finanziarie. Evidentemente le recenti lezioni della Brexit e dell’elezione di Trump non sono servite a far comprendere il rigetto dell’uomo comune nei confronti di chi in realtà la crisi l’ha creata.

Come minaccia il Financial Times, otto banche in Italia falliranno comunque , non per colpa del referendum o delle mancate riforme,  ma per colpa di manager falliti che hanno amministrato in maniera criminale le proprie banche in questi anni.

Come abbiamo visto più volte questo non vale solo per il nostro Paese ma principalmente per le banche tedesche e francesi in testa a tutte le classifiche del rischio sistemico mondiale. Non entro nel merito della gestione politica e manageriale di banche che per anni hanno rappresentato le vacche da mungere della classe politica italiana, ma credetemi le responsabilità politiche sono enormi a partire dalle responsabilità di Bankitalia.

C’è chi dice che i mercati tremano di fronte alla democrazia, ma in realtà i mercati tramano contro l’intralcio della democrazia.

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